La fame continua ad allungare la sua ombra su un numero crescente di persone anche in Nigeria.
Tra il 2018 e il 2020 la popolazione in condizioni di insicurezza alimentare era aumentata di più del 20%.
L’Obiettivo 2 dell’Agenda ONU è un miraggio?
Le previsioni della FAO per i prossimi mesi sono molto cupe: tra giugno e agosto quasi venti milioni di nigeriani potrebbero trovarsi di fronte a una grave carenza di cibo.
Per dare un’idea della gravità della situazione della fame nel Paese, il Global Hunger Index 2021 ha posto la Nigeria al 103° posto su 116 Paesi.
L’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è un miraggio. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile sembrano irraggiungibili utopie.
La speranza che viene dalla ricerca
Nonostante tutto, però, si è acceso un lume di speranza grazie a un progetto di una università locale.
La Federal University of Agriculture (FUAM) si trova a Makurdi, la capitale del Benue, uno degli Stati che compongono la repubblica federale della Nigeria.
FUAM gestisce un programma di selezione delle sementi finanziato dalle donazioni e coordina il sistema di sementi per l’International Institute of Tropical Agriculture (IITA).
Il progetto prevede di consentire ai piccoli agricoltori di accedere ad alcune varietà di sementi che sono state migliorate dalla ricerca. Il fagiolo, in particolare, è uno dei prodotti di base più consumati non solo nel Benue ma in tutta la Nigeria.
I ricercatori di FUAM hanno sviluppato in collaborazione con IITA quattro varietà di fagiolo più resistenti alle malattie e alle condizioni climatiche avverse.
Il fagiolo che spezza la catena della fame
I risultati raggiunti finora hanno avuto un impatto decisamente positivo nel combattere la fame della popolazione e nel promuovere un’agricoltura sostenibile.
Il fagiolo selezionato è stato chiamato “rompi fame” perché è il primo che si raccoglie all’inizio della stagione.
In Nigeria, inoltre, come in diversi Paesi africani, le lotte tribali sono violente, durano tempi lunghissimi e provocano migliaia di sfollati interni, ovvero che si spostano da una regione all’altra. Anche per questo il fagiolo “rompi fame”, particolarmente ricco di elementi nutrienti, ha assunto una notevole rilevanza.
Dalla ricerca è nato ancora una volta un prodotto che presenta molteplici vantaggi. Oltre a spezzare la fame degli sfollati, il fagiolo è apprezzato dalla popolazione in generale e quindi ha un buon valore commerciale. Questo fa sì che i coltivatori acquisiscano delle certezze in termini di reddito e possano uscire a loro volta dall’insicurezza alimentare.
Anche chi non può vendere il prodotto lo coltiva ugualmente per sfamare la propria famiglia.
Una svolta significativa nella crisi agroalimentare del Benue, ritenuto finora il paniere della nazione e oggi impegnato a combattere la fame.