Crollo verticale della resa agricola di miele, nocciole, frutta
(Rinnovabili.it) – Miele, -95%. Olio, -80% al nord e al centro. Pere, -69%. Pomodori, -20%. Il calo della resa agricola in Italia, quest’anno, è spietato. Ed è legato a doppio filo alle anomalie del clima. D’altronde la nostra penisola si è appena lasciata alle spalle il suo decennio più caldo solo per segnare nuovi record. Solo in estate, 4 ondate di calore, più di un terzo dei giorni con temperature estreme, nuovo record europeo di caldo con quasi 49 gradi a Siracusa. Per non parlare di incendi e siccità. L’autunno non è da meno. Settembre, nelle regioni del nord, è stato bollente: +2°C rispetto alla norma, non succedeva da 2 secoli. E sono già oltre 100 gli eventi meteorologici estremi.
Un quadro sconfortante, dove il cambiamento climatico ha letteralmente messo in ginocchio l’agricoltura italiana da nord a sud. Lo raccontano i dati del rapporto del WWF Clima. L’anno nero dell’agricoltura italiana, una rassegna settore per settore delle ammaccature del sistema alimentare italiano.
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Si parte con il riso, dove la resa agricola è scesa del 10%. Meno di altri prodotti, ma con un peso specifico molto elevato dato che l’Italia è il primo produttore europeo. La frutta è crollata del 27% tra grandinate, gelate improvvise e siccità. Crollo verticale anche per le nocciole, frutto che vede l’Italia come secondo produttore mondiale. Solo nel Lazio la perdita media è del 70%. Sul vino restiamo ancora i primi produttori al mondo anche con un calo del 9% annuo, ma solo perché ai francesi – nostri rivali diretti – è andata decisamente peggio: produzione giù del 29%.
Sull’olio in media l’annata segna +15%, ma festeggia solo il sud mentre da Roma in su la resa agricola è scesa con punte anche del 60-80%. E i risultati nazionali, pur positivi, sono molto inferiori alle attese. Le gelate tardive in primavera hanno azzerato la produzione di alcuni mieli, mentre il caldo estremo dell’estate ha decimato le colonie già allo stremo. Il risultato finale è disastroso: calo del 95 percento. Si salva praticamente solo chi coltiva avocado, frutto tropicale che si sta diffondendo sempre di più nei campi italiani, proprio grazie al cambiamento climatico.
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(lm)