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Repubblica Democratica del Congo, peggiora la crisi alimentare

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(Rinnovabili.it) – La crisi alimentare della Repubblica Democratica del Congo continua a peggiorare e i prossimi mesi diventeranno ancora più critici senza un potenziamento degli aiuti. Sostenere la popolazione ad aumentare la resilienza e la produttività è l’unico modo per farli uscire dal tunnel della fame.

Secondo il Rapporto dell’IPC (Integrated Food Security Phase Classification, che fornisce dati sull’insicurezza alimentare e la nutrizione) 27 milioni di persone, ovvero un quarto della popolazione della Repubblica Democratica del Congo, è in condizioni di insicurezza alimentare acuta.

Le tante cause di una tragedia umanitaria

Diverse sono le cause di questa emergenza: la produzione agricola è calata per effetto delle violenze e l’insicurezza ha allontanato gli agricoltori dai campi, le infrastrutture viarie e di comunicazione sono distrutte, la ferocia dei gruppi armati ha messo in fuga gli abitanti dei villaggi, ci sono state varie epidemie.

Il World Food Programme ha individuato quattro azioni indispensabili per aiutare la popolazione: risoluzione dei conflitti; fornitura di assistenza umanitaria; sostegno ai mezzi di sussistenza; gestione delle malattie migliorando l’accesso all’acqua e alle strutture igienico-sanitaria.

La FAO è intervenuta in soccorso delle fasce di popolazione più fragili. Ha aumentato l’accesso delle famiglie alle attrezzature e alle sementi; ha provveduto a fornire loro il bestiame; ha sostenuto la filiera agroalimentare in tutte le sue fasi; ha aiutato i piccoli agricoltori nella lotta contro le malattie di piante e animali.

Il World Food Programme prevede di dare assistenza a 8,7 milioni di persone della Repubblica Democratica del Congo con denaro e cibo: questo numero impressionante è cresciuto di due milioni dallo scorso anno. Il sistema di alimentazione scolastica dovrebbe raggiungere 200mila bambini nell’anno scolastico 2021-2022 e arrivare a 500mila entro il 2024.

Insicurezza alimentare acuta

L’IPC ha stabilito un sistema di classificazione per definire il livello di difficoltà. Al livello IPC 3 (crisi)

le famiglie mangiano cibi meno nutrienti o saltano i pasti o vendono beni produttivi per acquistare cibo; nel livello IPC 4 (emergenza) vendono l’ultimo capo di bestiame che garantiva loro un reddito e cercano di sopravvivere chiedendo l’elemosina.

Gli abitanti della Repubblica Democratica del Congo sono nella fase IPC 3, quella dell’insicurezza alimentare acuta. Anche se si trova da mangiare, i prezzi sono troppo alti e molte persone non riescono a garantirsi un’alimentazione sufficiente.

La Repubblica Democratica del Congo, immersa in una crisi che dura da venti anni, si è trovata completamente inerme davanti alla combinazione della pandemia con i disastri naturali causati dal cambiamento climatico. La pandemia ha devastato l’economia e molte persone hanno perso il lavoro; nelle campagne la produzione è calata, come pure il bestiame.

Non c’è differenza tra le diverse aree del Paese, nella capitale Kinshasa come nelle aree rurali i bambini piccoli e le donne sono le categorie più vulnerabili.

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