Rinnovabili • Rinnovabili •

Nasce il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare

Lotta alla povertà alimentare e contrasto allo spreco alimentare. Sono i due obiettivi principali che muovono il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare istituito con un decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

reddito alimentare
Immagine di Freepik

Reddito alimentare, le finalità

Pubblicato in Gazzetta il DM sul Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare, strumento per la lotta alla povertà alimentare studiato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il Programma Nazionale “Inclusione e lotta alla povertà” 2021-2027 prevede una priorità dedicata al “Contrasto alla deprivazione materiale” e in particolare a fornire un sostegno alle persone in condizione di povertà alimentare.

Il reddito alimentare ha due finalità principali: contribuire alla lotta contro la grave deprivazione alimentare e contrastare lo spreco alimentare.

La sperimentazione – che durerà tre anni – è avviata nei comuni capoluogo delle città metropolitane «tenendo conto anche della concentrazione dei tassi di povertà che insistono sui territori, di un’equa distribuzione sul territorio nazionale e delle risorse disponibili».

Cosa si intende per reddito alimentare? Come spiega l’art. 3 del decreto, è la «distribuzione gratuita, anche tramite gli enti del Terzo Settore presenti sui territori, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare, donati dagli esercizi commerciali che aderiscono volontariamente alla sperimentazione, in favore dei soggetti segnalati dai servizi sociali territoriali o da organizzazioni del Terzo Settore.

Un’applicazione informatica per semplificare le procedure

Anche la sperimentazione del reddito alimentare si serve della tecnologia per diventare più razionale e facilmente applicabile: «Una parte delle risorse può essere destinata allo sviluppo di una applicazione informatica che consenta un migliore accesso e fruibilità da parte dell’utenza, ivi incluso il tracciamento dei prodotti donati, anche ai fini della consegna al domicilio». Agli enti del Terzo Settore e gli esercizi commerciali che partecipano alla sperimentazione sono riconosciute le spese relative al confezionamento, stoccaggio, trasporto e distribuzione dei prodotti alimentari.

leggi anche Le linee guida UE sulle donazioni di cibo, contro povertà e sprechi

Il gruppo di lavoro che monitora l’attuazione del progetto

Il decreto istituisce inoltre un gruppo di lavoro per monitorarne l’attuazione. Il gruppo di lavoro è presieduto dal direttore della Direzione Generale Lotta alla Povertà e programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali o da un suo delegato. Di tale gruppo di lavoro fa parte 1 rappresentante per ognuno dei seguenti Ministeri: Lavoro e Politiche Sociali; Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste; Ambiente e Sicurezza Energetica.

Inoltre, 2 rappresentanti dell’ANCI; 2 rappresentanti delle Organizzazioni partner Nazionali (OpN) che partecipano al programma FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti); 1 rappresentante dell’Organismo Intermedio dell’Autorità di Gestione del Programma Operativo 1 del FEAD; 3 rappresentanti di FIPE, Federdistribuzione, Confcommercio.

leggi anche Spesa sospesa, Coldiretti raccoglie 1 tonnellata di cibo