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Rapporto FAO sull’alimentazione: la fame continua a crescere

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via depositphotos.com

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di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Avete fame? Oggi avete già mangiato? Mentre ci facciamo questa domanda, in Italia 1,2 milioni di persone si trovano in uno stato di grave insicurezza alimentare e probabilmente oggi non avranno niente da mangiare.

Dal 2015 la curva dell’insicurezza alimentare ha continuato a salire. Nel 2021, complice anche la pandemia – che ha avuto le ripercussioni più gravi nei Paesi più fragili – altri 150 milioni di persone si sono trovate in condizioni di difficoltà e di fame.

L’Obiettivo Fame Zero si allontana

Il Rapporto State of Food and Nutrition in the World 2022 della FAO elimina ogni dubbio sul fatto che nel 2030 la fame sarà tutt’altro che sconfitta. Il raggiungimento dell’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 sembra sempre più lontano per la concomitanza di una serie di concause: cambiamenti climatici, guerra, shock economici, aumento dei prezzi degli alimenti e dell’energia.

Dobbiamo constatare ancora una volta che il mondo è diviso in Nord e Sud anche per quanto attiene alle crisi alimentari: nel Sud del mondo la fame e l’insicurezza alimentare sono molto più presenti che al Nord.

Quale soluzione si può intravedere per invertire la tendenza? Trasformare i sistemi agroalimentari in chiave green, farli diventare più resilienti e fornire cibo sano e nutriente a prezzi accessibili a tutti senza incidere negativamente sulla salute del Pianeta.

La guerra in Ucraina ha alterato gli equilibri globali

Secondo la FAO, 828 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Le proiezioni del Rapporto State of Food and Nutrition in the World 2022 prevedono che l’8% della popolazione mondiale nel 2030 avrà fame.

Le zone più esposte all’insicurezza alimentare sono Africa, Asia, America Latina e Caraibi. Nel 2021 il cibo era un problema per 278 milioni di africani, 425 milioni di persone nei Paesi asiatici, 56,5 milioni di latino-americani e caraibici.

L’invasione russa dell’Ucraina ha alterato gli equilibri mondiali non solo dal punto di vista geopolitico, ma anche da quello alimentare.

La guerra ha interrotto le catene dei rifornimenti e ha provocato un innalzamento fuori controllo del prezzo dell’energia e dei cereali.

Le ripercussioni sociali dell’insicurezza alimentare

Ci sono Paesi, come ad esempio l’Egitto e molti altri Paesi in via di sviluppo, che dipendono per l’85% del loro fabbisogno dai rifornimenti dai mercati russo e ucraino.

Questa situazione ha forti ripercussioni sociali, e si stanno già manifestando proteste di piazza per la carenza di prodotti alimentari di prima necessità come il pane.

Stando alle proiezioni della FAO, se perdura il blocco delle esportazioni nel 2022 ci saranno 13 milioni di denutriti in più, che diventeranno 19 milioni nel 2023.

Circa 3,1 miliardi di persone nel mondo sono nell’impossibilità di seguire una dieta sana. La crescita di 149,2 milioni di bambini di età inferiore a cinque anni è irrimediabilmente compromessa, e 45,4 milioni sono deperiti.

Sovrappeso e obesità, l’altra faccia della medaglia

Il Rapporto della FAO mostra però anche l’altra faccia della medaglia, che presenta problemi di nutrizione opposti a quelli citati fin qui, ma altrettanto gravi. È il caso del sovrappeso e dell’obesità, anticamera di malattie non trasmissibili come patologie cardiache, tumori, etc.

38,9 milioni di bambini sotto i cinque anni sono sovrappeso. L’inflazione e l’impennata dei prezzi dei prodotti agroalimentari costituisce un ulteriore ostacolo all’adozione di diete sane: le persone delle fasce sociali più povere sono le più esposte ai rischi connessi a un’alimentazione scorretta sia perché ignorano i principi di una sana alimentazione, sia perché il ridotto potere di acquisto orienta verso scelte alimentari economiche, ma non salutari.

Un ulteriore problema derivato dalla pandemia che ha avuto riflessi sull’alimentazione è stata la chiusura delle scuole: per molti bambini e ragazzi è qui che si consuma l’unico pasto bilanciato della giornata, e spesso l’unico pasto in assoluto.

Il fattore clima

La sicurezza alimentare e l’accesso al cibo sono messi in pericolo anche dagli effetti dei cambiamenti climatici, che tra alluvioni e siccità stanno mettendo in difficoltà gli agricoltori e i loro raccolti. La prolungata siccità di quest’anno ha provocato perdite di produzione agricola che si aggirano intorno al 30%.

Il Rapporto State of Food and Nutrition in the World 2022 fornisce alcune raccomandazioni: ad esempio sollecita i governi a un migliore uso delle risorse e all’adozione di politiche intese da un lato a responsabilizzare i cittadini sull’importanza di una corretta alimentazione per la salute, dall’altro a garantire sostegni per facilitare l’accesso al cibo sano.

Tuttavia, nell’attuale fase recessiva, è difficile che i governi investano in politiche per la trasformazione dei sistemi agroalimentari.

«Anche un solo piatto vuoto è troppo. È evidente che il mondo non è sulla buona strada», afferma la FAO. Possiamo darle torto?

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