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Rapporto Coop 2021, come cambiano i consumi alimentari

Rapporto Coop 2021
Foto di PIRO4D da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – I consumi non crescono ma si modificano e si tingono di verde. Il Rapporto Coop 2021 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani (anteprima digitale) rimanda l’immagine di un Paese che sta cambiando, che mantiene ancora molte fragilità ma ha riconquistato una credibilità internazionale grazie al mix vincente di sport, musica e autorevolezza del premier Mario Draghi.

L’impatto ambientale delle scelte alimentari

Il Rapporto Coop 2021 mette in luce la graduale presa di coscienza del consumatore, avvenuta in un periodo particolarmente critico. Il Covid aveva già evidenziato il legame tra salute dell’uomo e salute dell’ambiente, ma quello che colpisce oggi in modo particolare è che questa consapevolezza sta orientando le scelte dei consumatori. Quando si fa una scelta alimentare si pensa all’impatto ambientale che ne deriva e questo porta a privilegiare opzioni sostenibili.

Questo comportamento del consumatore ha risposto in pieno al progetto collettivo “Una buona spesa può cambiare il mondo” lanciato da Coop Alleanza 3.0: fare insieme scelte sostenibili per incidere sul futuro.

Coop ha cominciato a correggere la rotta già da qualche anno. Nel 2017 sono stati tolti gli antibiotici dagli allevamenti: 100 milioni di animali che vivono meglio e fanno arrivare sulle nostre tavole un prodotto più sano. Il glifosato in agricoltura è stato eliminato. Scelte radicali in ottica ambientale, che però hanno dei costi in più che i consumatori sono disposti a pagare per mangiare più sano e non danneggiare l’ambiente, come testimonia il Rapporto Coop 2021.

Sostenibilità non è solo rispetto dell’ambiente ma anche delle persone

Il Rapporto Coop 2021 mostra anche il lento ma costante declino dei brand, iniziato da circa dieci anni quando contemporaneamente si assisteva alla crescita dei discount. Nel tempo questa tipologia di distribuzione ha migliorato la sua offerta, ma evidentemente la formula semplificata del discount propone ai consumatori un ventaglio di prodotti più ristretto. Anche in questo caso si è sviluppata una sensibilità ai temi che riguardano l’ambiente.

Tuttavia, sottolinea Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia, essere attenti all’ambiente non è essere attenti alla sostenibilità. Ricordiamo ancora una volta che la sostenibilità non va declinata solo in senso ambientale o economico, ma anche in senso etico e sociale. Significa offrire un prodotto che privilegia le produzioni italiane e soprattutto garantire quella trasparenza che dimostra lungo tutta la filiera il rispetto del lavoro e del lavoratore, la giusta retribuzione per chi lavora, produce e coltiva: in sostanza, la relazione con le persone. Un prezzo troppo basso non può garantire la qualità né questi elementi della sostenibilità che sono la chiave dei cambiamenti del futuro.

L’innovazione è la pietra angolare della sostenibilità: è fatta di elementi che generano efficienza per chi produce e di conseguenza assicura un prezzo giusto ai consumatori. «Siamo molto attenti a non creare disagi alle famiglie», sottolinea Latini. Il digitale è una necessità, da non confondere con le sole vendite online: è anche una vera e propria trasformazione dei punti vendita.

L’ultimo anno ha posto nuovi ostacoli: l’aumento del costo dei trasporti e delle materie prime è una realtà dietro a cui ci sono siccità e inondazioni causati dal cambiamento climatico, ma non si può omettere il ruolo svolto dalla grande speculazione finanziaria e geopolitica.

Cambiare vita? Slow è meglio

«È nelle difficoltà che serve il lavoro di squadra, non si può pensare di andare avanti da soli», esordisce Marco Pedroni, presidente ANCC Coop e Coop Italia. Sono aumentate le disuguaglianze, il ceto medio si è ulteriormente indebolito e il Covid ha fatto il resto. C’è voglia di ripartenza, di miglioramento, si è ritrovato un senso di comunità e di orgoglio nazionale. L’Italia, anche grazie al traino dell’export, cresce più in fretta delle aspettative: una crescita che a tutti i livelli si vuole indirizzare verso il green.

La pandemia ha imposto lo smart working e poi forme di lavoro ibrido. Una condizione forzata che ha cambiato la percezione della casa, percepita come comfort zone del quotidiano. La riflessione successiva è stata tra città e borghi: cala la preferenza per le grandi metropoli a favore della qualità di vita slow e accogliente offerta dai piccoli centri (a patto che siano dotati delle indispensabili infrastrutture, fisiche e digitali). Molti stanno pensando di rimanere a risiedere nelle aree interne, una scelta che influisce anche su consumi più sostenibili, come risulta dal Rapporto Coop 2021.

Attenzione all’etichetta

E a tavola? Il Rapporto Coop 2021 rileva che qualcuno ha trovato conforto nel cibo, qualcuno ha approfittato per adottare uno stile di alimentazione più sana. Se il 18% non si riconosce in alcuna cultura alimentare e il 24% fa riferimento alla dieta mediterranea, oltre la metà degli italiani si riconosce anche o esclusivamente in altri regimi alimentari (biologico, vegano, iperproteico e pochi carboidrati). Continuano inoltre a riscuotere un certo successo i cibi “senza” e quelli “arricchiti”.

Non manca chi adegua il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale (quindi responsabilità etica, trasparenza di filiera, imballaggi riciclabili), anche diminuendo il consumo di carne. In questa rivoluzione alimentare, si prospetta nel prossimo futuro il consumo di cibi vegetali con il sapore di carne, a base di alghe, farina di insetti e perfino la carne coltivata in vitro.

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L’83% degli italiani è disposto a spendere di più pur di acquistare prodotti con qualità certificata. Questo spiega l’accresciuta attenzione all’etichetta: le indicazioni sull’origine e la provenienza del cibo sono determinanti per l’acquisto per il 39% degli italiani, per il 28% lo sono i valori nutrizionali e il metodo di produzione (26%). Maggiore attenzione ai contenuti dei prodotti e minore fiducia incondizionata verso il brand: come dire che l’immagine da sola non basta più, si rimarca dal Rapporto Coop 2021.

Molti però sono in difficoltà: come ha sottolineato Pedroni, 28 milioni di persone si dichiarano in difficoltà, 5 milioni dovranno fare sacrifici anche sul cibo. Grandi numeri che frenano la ripresa della domanda interna e avvicinano lo spettro di un’inflazione da costi che innescherebbe una recessione. Problemi di cui tutti dobbiamo farci carico per mitigarne l’impatto, non si può pensare di scaricarne il peso interamente su famiglie già in affanno. Al contrario, il PNRR dovrebbe «sostenere la domanda dei redditi più bassi».

Premiare produzioni e consumi green

Come mostra il Rapporto Coop 2021, afferma Marco Pedroni, occorre «dirottare risorse e politiche più incisive a favore dei consumi agendo per esempio sulla defiscalizzazione di prodotti sostenibili e c’è bisogno di una legislazione di scopo per la riconversione dei centri commerciali. Stiamo parlando di superfici estese da riqualificare e da recuperare anche in funzioni diverse da quelle commerciali, per ruoli multifunzionali e di servizio (pubblico e privato) per la comunità; interventi di questo tipo sono anche utili a frenare l’espansione edilizia e il consumo di suolo che in Italia continuano a crescere, a dispetto delle direttive dell’Unione Europea».

Coop ha aderito al Codice di Condotta Europeo per accelerare la sostenibilità ambientale e sociale che è in linea con i valori del gruppo e con la nuova sensibilità dei consumatori: «una spinta verso obiettivi sfidanti e da rendicontare in materia di cibo salutare e sostenibile».

Per far crescere la consapevolezza su questi temi occorre un’informazione costante e trasmettere il principio che parlare di ambiente e sostenibilità è parlare di bene comune.

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