Continua ad avanzare il contagio di Xylella tra gli olivi della Puglia. Il crollo della produzione regionale pesa anche a livello nazionale. Intervenire tempestivamente per fermare la Xylella è vitale e sono state messe in campo diverse armi messe in campo. Tuttavia, i fondi del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia non sono stati ancora liquidati a distanza di tre anni
In Puglia la Xylella fastidiosa ha contagiato e ucciso oltre 21 milioni di piante: una strage di olivi grande più di 8mila chilometri quadrati, pari al 40% della Regione.
Xylella, il tempo perso ha moltiplicato i danni
Un danno che va avanti da dieci anni. In questo tempo perduto sono morti milioni di piante e si sono persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio.
La Puglia – e il Salento in particolare – sono sempre state zone di punta della produzione olivicola italiana. Se non si interviene per salvare gli olivi ancora sani, la Xylella potrebbe trasformare la Puglia in un paesaggio spettrale popolato da piante secche causando un danno irreversibile.
Come è facilmente comprensibile, il danno non si limita al crollo della produzione dell’olio d’oliva, che tra Xylella e siccità quest’anno è calato complessivamente del 40%. Alcune zone, come la provincia di Lecce, hanno perso fino al 75% della produzione; altre, dove il contagio è meno esteso, hanno perso tra il 15% e il 25% del prodotto. Perdite che hanno influito sull’ambiente, sull’economia e sul turismo.
Le difficoltà della Puglia pesano anche a livello nazionale: Xylella e cambiamenti climatici hanno portato la produzione a 208 milioni di chili nel 2022-2023, contro i 329 milioni di chili della stagione precedente.
Le armi in campo per fermare il contagio
Diverse le armi messe in campo per battere la Xylella, che arrivò in Italia dall’America Latina con alcune piante infette.
Tra queste ricordiamo la task force cinofila: i cani, opportunamente addestrati, saranno schierati in porti, aeroporti e vivai per fiutare le piante infette, come fanno i cani antidroga.
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Per intervenire sui focolai di infezione ed evitare il diffondersi della malattia è stato messo a punto un tampone rapido portatile che effettua una diagnosi in tempo reale.
Il progetto di ricerca REDOX (Remote Early Detection of Xylella), finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e coordinato dal Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA), elabora immagini aeree acquisite grazi e a speciali droni e identifica precocemente i focolai prima ancora che si manifestino i sintomi. Al progetto REDOX partecipano Coldiretti, Unaprol, DTA e CNR.
Poiché l’insetto che trasporta il batterio deposita le uova nella primavera-estate ai bordi delle strade, nelle cortecce, nei cespugli e nei muretti, è fondamentale procedere alla pulizia e alla disinfestazione.
Se da un lato si è provato a intervenire sugli olivi secolari con innesti di varietà resistenti per rinforzarne le difese, dall’altro la ricerca sta sperimentando in ambienti protetti e isolati dall’esterno la capacità di reagire al batterio di alcune varietà di ulivo, oltre a quelle già individuate che sono il Leccino e la FS17.
I fondi non distribuiti del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola
Intervenire tempestivamente per fermare la Xylella è vitale, tanto che erano stati messi a disposizione dei fondi appositi.
Tuttavia, come denuncia Coldiretti, a tre anni dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia (300 milioni di euro), non è stato ancora liquidato nulla agli agricoltori per i reimpianti degli ulivi secchi che avrebbero consentito di ricominciare a lavorare e a produrre.
Eppure le richieste erano numerose: 8.133 domande singole e 26 domande collettive (contenenti 880 richieste di adesione) per un valore di oltre 222 milioni di euro, rispetto a 40 milioni di euro disponibili a cui si sono aggiunti altri 20 milioni di euro dalla rimodulazione del Piano di rigenerazione.
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Evitare una ulteriore progressione
Il presidente del consorzio olivicolo Unaprol, David Granieri, non nasconde la sua preoccupazione ed esprime con chiarezza la posizione degli olivicoltori: «La diffusione della Xylella è a un tale stato per cui non è possibile l’eradicazione del batterio ma bisogna conviverci.
Non si può più parlare di emergenza ma di una drammatica ordinarietà, che rende necessario elaborare strategie di contrasto, contenimento e monitoraggio sempre più efficaci. Occorre un deciso cambio di passo, di approccio e di visione nella lotta alla Xylella per evitare i rischi di un’ulteriore rapida progressione.
Se, fino ad oggi, le risorse stanziate sono non solo insufficienti, ma addirittura non sono state spese, si ritiene necessario creare una cabina di regia, in grado di assicurare il coordinamento, l’attuazione, il monitoraggio e la gestione sia delle misure di contrasto alla fitopatia che delle misure di indennizzo e ristoro agli olivicoltori.
Una struttura di riferimento stabile, in grado di dare risposta in tempi rapidi agli olivicoltori, segnati da dieci anni di crisi dovuta al diffondersi del batterio, che assicuri efficacia ed efficienza in una reale azione di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese».
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