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Proteine alternative, una valida soluzione?

Proteine alternative
via depositphotos.com

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Si è detto spesso che le proteine alternative passono portare vantaggi sostenibili per il Pianeta. Possiamo dire lo stesso per la salute umana? È giusto inserirle parzialmente nella nostra dieta quotidiana o devono sostituire le proteine della carne e dei suoi derivati?

Negli anni Cinquanta assumere proteine animali era considerato indispensabile di ogni pasto nel tempo si è instaurata una sorta di “dipendenza”. Oggi circa il 37% delle proteine animali deriva dalla carne e dai latticini, ma ad essi è imputato il 15% delle emissioni di gas serra. L’aumento della popolazione fa aumentare la domanda di proteine animali e fornirle causa una pressione eccessiva sull’ambiente, per il suolo e per l’acqua. 

Tante sono le soluzioni allo studio: dalla carne coltivata in laboratorio, alle proteine vegetali, agli insetti, alle alghe. Se in alcuni casi bisogna superare il disgusto (come nel caso degli insetti), in altri (la carne ricreata in laboratorio) è saggio chiedersi quali potrebbero essere gli effetti sulla salute umana. La stessa strategia Farm to Fork della Commissione Europea li ritiene che le proteine alternative siano fondamentali per la transizione verso un sistema alimentare sostenibile. 

La carne è una buona fonte di proteine, vitamine e minerali. Se consumata secondo le linee guida raccomandate, è un elemento importante di una dieta equilibrata. Tuttavia, la carne può anche essere ricca di grassi saturi che possono causare alti livelli di colesterolo. Il consumo eccessivo di carne è stato anche collegato al cancro e, se non adeguatamente conservata, preparata e cotta, può causare gravi malattie. Come in tutte le cose, serve equilibrio anche nel consumo di proteine animali: ci sono persone che ne mangiano ogni giorno fino al 25% in più di quelle che sarebbero le dosi consigliate.

In sostanza, le proteine sono necessarie ma bisogna fare i conti anche con l’accessibilità al cibo sano che non è uguale per tutti. Quella dell’accessibilità è una sfida pari a quella della salute (presa tra due opposti, malnutrizione e obesità) e della sostenibilità, e dobbiamo essere certi che le proteine alternative siano nutrienti ma non nocive prima di entrare a far parte della nostra quotidianità alimentare.

Un interessante articolo di EIT Food (che si occupa di innovazione alimentare in Europa) fa una panoramica dei diversi tipi di proteine alternative cercando di metterne in luce i pro e i contro. Vediamoli insieme.

La carne coltivata in laboratorio

La carne coltivata in laboratorio oltre alla sostenibilità presenta il vantaggio di eliminare la macellazione degli animali, due ragioni che per qualcuno la rendono piuttosto appealing. Gli investimenti nel settore sono in crescita, l’industria sta innovando velocemente (oltre alla carne bovina, sono in corso esperimenti con il pollame e i salmoni), ma qual è l’effetto sulla salute? È sana dal punto di vista nutrizionale? 

Il vantaggio principale è che il profilo nutrizionale della carne coltivata in laboratorio può essere adattato e personalizzato, ovvero i prodotti potrebbero essere progettati per essere a basso contenuto di grassi saturi ed essere su misura per chi ha il colesterolo alto. Inoltre è creata in laboratori sterili, riducendo quasi del tutto il rischio di malattie di origine alimentare. Tuttavia è ancora nelle prime fasi di sviluppo e le autorità competenti devono ancora studiarla prima di autorizzarne la commercializzazione (almeno in Europa).

Le proteine ​​vegetali

Il consumo di proteine ​​vegetali è in crescita in tutto il mondo (+7%). Le piante più ricche di proteine ​​sono la soia, i legumi e i semi oleosi. Consumate allo stato grezzo, le piante ricche di proteine ​​hanno un contenuto proteico paragonabile a quello della carne. Di solito contengono anche più fibre e meno grassi saturi. Ma cosa succede quando vengono trasformate in prodotti alternativi alla carne, come ad esempio gli hamburger vegetali? Sono davvero salutari? Per imitare il gusto, l’aspetto e la consistenza della carne, i prodotti a base vegetale sono a volte altamente lavorati. Questo è spesso con elevate quantità di grassi saturi (+25% rispetto alla carne di manzo) e sale (+20%). Inoltre servono additivi come gomme, stabilizzanti, addensanti e conservanti

Gli insetti 

Gli insetti già fanno parte della dieta quotidiana in gran parte dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina e si stanno affacciando in altri mercati, come quello europeo (dove sono usati soprattutto come ingredienti di alimenti lavorati, ad esempio la farina di grillo nei biscotti). Sono una fonte proteica abbondante e sostenibile e c’è chili ritiene una potenziale soluzione parziale alla crisi alimentare mondiale. Gli insetti sono buone fonti di proteine ​​e grassi e contengono tutti gli amminoacidi essenziali e sono ricchi di acidi grassi polinsaturi, vitamine e minerali.

Tuttavia, gli insetti possono contenere anche chitina che riduce la digeribilità delle proteine ​​e possono comportare il rischio di allergie (che da rischio diventa una certezza per chi già soffre di altre allergie, come quella agli acari). Il loro valore nutritivo può variare a seconda della specie, dello stadio di sviluppo e del tipo di alimento, e non è ancora chiaro se le tecniche di lavorazione e di cottura possano incidere sul loro valore nutritivo.

Le alghe

Le alghe sono considerate un’altra interessante proteina alternativa alla carne e al pesce. Gli acidi grassi essenziali omega-3 e le proteine contenuti nel pesce e preziosi per la nostra salute spesso derivano direttamente dal consumo di alghe marine. Allora tanto vale mangiare direttamente le alghe?

Le alghe possono essere vendute intere o in capsule di gel, polvere o estratto. Sono una delle poche fonti vegetali di vitamina B12 e iodio, sono ricche di peptidi bioattivi e antiossidanti, utili per migliorare le difese biologiche del corpo contro le malattie infiammatorie. Il loro valore nutritivo varia a seconda della specie, delle condizioni di crescita, del luogo di raccolta e della stagione: tutti elementi importanti da accertare se vengono assunte come proteine alternative alla carne o al pesce, e va anche considerata la possibilità che contengano metalli pesanti

Infine è in corso una ricerca sui benefici di alghe e microalghe, che potrebbero essere addirittura dei superfood. I ricercatori stanno coltivando alghe in laboratorio e hanno scoperto che possono essere manipolate per diventare ricche di sostanze nutritive. 

Da questa panoramica emerge che il nostro sistema alimentare deve cambiare perché sia sostenibile per il Pianeta. Una delle strade percorribili può essere l’assunzione di proteine alternative, a patto di non sacrificare la nostra salute. Per questo sono importanti la ricerca e l’innovazione. Ma il ruolo dei consumatori è sempre decisivo: un consumatore informato sa scegliere i prodotti più sani per sé e non nocivi per l’ambiente.

Vorremmo concludere con una riflessione spesso ribadita dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti: la ricerca e l’innovazione devono essere applicate per migliorare colture e allevamenti, rendendoli più sostenibili, ma il cibo deve venire dalla terra e non dal laboratorio. 

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