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Il Programma PRIMA sfida la pandemia per promuovere la ricerca sostenibile

Il Segretariato Italiano di PRIMA pubblica i risultati dei bandi 2020: 46 progetti finanziati con 64,2 milioni di euro, di cui ben 16 coordinate dall'Italia. Illustrati gli obiettivi e gli impatti attesi in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale

Programma PRIMA

On line il Booklet che presenta i Progetti vincitori dei bandi PRIMA

(Rinnovabili.it) – La pandemia non ha fermato l’innovazione sostenibile. Lo dimostrano i bandi 2020 del Programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) che, nonostante il periodo particolarmente sfidante, hanno colpito ancora una volta nel segno con un nuovo successo. La Fondazione PRIMA è riuscita a rispettare le scadenze previste, rafforzare i legami istituzionali con i vari attori e partner di riferimento e soprattutto sostenere la buona ricerca cooperativa sui temi della gestione sostenibile delle risorse idriche e delle filiere agroalimentari.

Il programma, dopo 2 stadi di valutazione da parte di esperti indipendenti, ha selezionato un totale di 46 progetti. Un ricco pacchetto di iniziative che si spartirà un totale di 64 milioni di euro, ben 9,2 milioni in più sul precedente finanziamento. Suddividendosi su quattro aree tematiche: gestione delle risorse idriche; catena del valore agroalimentare; sistemi agricoli; Nexus (risorse idriche-ecosistemi-cibo).

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Di questi, 15 progetti sono ricompresi nella sezione I (Azioni organizzate, gestite e finanziate dalla Fondazione PRIMA), finanziata con risorse messe a disposizione dalla Commissione europea. Gli altri 31 i progetti della sezione II (Azioni selezionate attraverso inviti a presentare proposte organizzati dalla Fondazione PRIMA e finanziati dai Paesi partecipanti a PRIMA) sono invece finanziati dalle singole istituzioni nazionali. 

In questo contesto l’Italia ha saputo distinguersi per la qualità della ricerca e i risultati raggiunti: rispetto alle 46 iniziative selezionate in totale, 35 vedono la partecipazione italiana; 16 invece sono coordinate da un ente del nostro Paese e 84 sono le unità di ricerca coinvolte.

 “I dati – si legge nel booklet di presentazione – confermano che i ricercatori italiani hanno eccellenti capacità, che il sistema nel suo complesso esprime grande attenzione verso i finanziamenti europei e che le tematiche relative alla gestione sostenibile delle risorse idriche, a pratiche agricole sostenibili e a una filiera agroalimentare innovativa rappresentano delle priorità per il nostro Paese”.

Qui tutte le informazioni sui progetti vincitori