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Produzione di riso in calo a causa della siccità

Foto di Sergio Camalich su Unsplash

La siccità colpisce anche le coltivazioni di riso. Il cambiamento climatico continua a causare danni ingenti all’agricoltura con cambiamenti repentini e anomali delle temperature e l’alternarsi di alluvioni e siccità.

Produzione di riso ai minimi da trent’anni

Quest’anno, in Italia, verranno coltivati circa 8mila ettari di riso in meno: si coltiveranno appena 211mila ettari, ai minimi da trent’anni. Con 1,5 milioni di tonnellate di riso all’anno l’Italia garantisce il 50% della produzione dell’Unione Europea.

Il riso, in particolare, è una coltura che ha bisogno di acqua per crescere; la sua presenza, inoltre, garantisce l’equilibrio ambientale e faunistico di interi territori.

Nell’ultimo anno la produzione di riso è crollata del 30% a causa dell’instabilità meteorologica. Si è generata una condizione di insicurezza degli agricoltori che sono spinti ad abbandonare le risaie. Una situazione che allarma perché avrà effetti sull’ecosistema, sull’economia e sull’occupazione.

In Italia le risaie sono concentrate (9 su 10) tra Lombardia, Piemonte e Veneto: secondo l’analisi di Coldiretti su dati Isac CNR, in queste aree è caduto il 40% di pioggia in meno rispetto alla media storica.

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La siccità preoccupa per tutte le coltivazioni

Le preoccupazioni che Coldiretti esprime per il riso riguardano l’intero settore agroalimentare italiano.

Infatti l’allarme siccità lanciato dagli agricoltori riguarda tutte le coltivazioni. La condizione del Po – in secca con le rive sabbiose come se fosse estate – è rappresentativa di quella dei fiumi del Nord Italia, dove i i grandi laghi sono sotto il livello ed è calato il potenziale idrico della neve.

La situazione si prospetta peggiore dello scorso anno, quando a causa della siccità si sono persi circa 6 miliardi di raccolti.

Un piano di invasi è indispensabile

Oltre a lanciare l’allarme, Coldiretti fa delle proposte concrete, che purtroppo finora sono rimaste inascoltate: «Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano di invasi per contrastare la siccità e aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%.

Insieme ad ANBI e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita.

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Un intervento necessario anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo.

L’irrigazione, infatti, può fare la differenza consentendo anche di triplicare le rese in campo», ha dichiarato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

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