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I prodotti ittici tra giusti controlli e criticità

Se le limitazioni imposte alla pesca aggravano la crisi del settore e potrebbero aprire la strada all’importazione di prodotti ittici dall’estero, i controlli sull’import si sono fatti più stringenti e coordinati. Una strategia che tutela sia il consumatore che la qualità del pescato italiano

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(Rinnovabili.it) – La Direzione Generale della Pesca e dell’Acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha ridotto a 130-160 all’anno le giornate di pesca consentite alla flotta a strascico italiana che costituisce il segmento più importante per occupazione e produzione ittica.

Il settore è stato messo in crisi dall’emergenza Covid-19, che fatto crollare la vendita di prodotti ittici dovuta anche alla chiusura dei ristoranti. Le giornate consentite dipendono dalla zona di pesca (Gsa) e dalla dimensione delle barche; secondo Coldiretti Impresapesca la mancanza di sostegni e di ammortizzatori sociali rendono non più sostenibile la pesca per la flotta nazionale – che ha ormai un’età media di circa 40 anni mentre gli addetti hanno un’età media di circa 51 anni – e recano notevole danno alle imprese di tutta la filiera. Sempre secondo Impresapesca, ridurre le attività di pesca va a discapito dei prodotti ittici italiani a tutto vantaggio di quelli importati che non offrono le nostre stesse garanzie di sicurezza.

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I controlli contro la pesca illegale 

A proposito di sicurezza, sul fronte dei controlli non si abbassa il livello di attenzione. Agire in sinergia rende più efficienti i controlli e consente un’azione più incisiva di tutela dei prodotti ittici italiani, che costituiscono una parte importante dell’agroalimentare italiano di qualità. Con questo obiettivo, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera hanno firmato un protocollo d’intesa per la verifica congiunta sui prodotti ittici provenienti dai paesi extra-UE nella fase di import. Con il protocollo diventa strutturale il Progetto sperimentale NAUTILUS per il contrasto alla pesca non dichiarata e non regolamentata (IUU – Illegal, unreported and unregulated fishing).

Grazie a NAUTILUS, Guardia Costiera e Agenzia delle Dogane hanno iniziato una fase sperimentale di controlli congiunti nel porto di Livorno e nel porto e aeroporto di Venezia per verificare la conformità e la rispondenza della documentazione obbligatoria (certificati di cattura) che accompagna il prodotto ittico importato, ovvero la prima fase del percorso di certificazione della provenienza e della tipologia. Le verifiche potenziano l’azione di contrasto alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, che depaupera le risorse ittiche e distorce le regole di una corretta concorrenza.

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Migliorare i controlli dei prodotti ittici provenienti dall’estero, inoltre, è un passo importante per verificarne la tracciabilità e tutelare maggiormente i consumatori che con i prodotti ittici italiani godono di una certa tranquillità, visto che sono sottoposti a costanti verifiche lungo l’intera filiera dal mare alla tavola.