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Prezzi alimentari, dal boom del 2021 ai timori per il 2022

Prezzi alimentari
via depositphotos.com

Aggiornato a dicembre 2021 l’indice dei prezzi alimentari globali

(Rinnovabili.it) – Non solo caro energia. Nel 2021 anche i prezzi alimentari sono lievitati, registrando al livello globale una crescita media del 28,15 rispetto al 2020. A renderlo noto è la FAO, l’Organizzazione ONU per l’alimentazione e l’agricoltura, pubblicando il suo Food Price Index (FFPI).

Lo strumento misura mensilmente la variazione dei prezzi internazionali di un paniere di prodotti alimentari, per fornire una valutazione puntuale del mercato. Ma il quadro che ci restituisce oggi non è dei migliori. Nonostante a dicembre i prezzi alimentari mondiali siano leggermente diminuiti, a causa di forti decrementi nei costi di oli vegetali e zucchero, complessivamente il trend annuale corre verso l’alto. Basti pensare che a fine anno l’indice ha toccato i 133,7 punti, ossia 25 punti in più rispetto a dicembre 2020. Per ritrovare valori così alti è necessario andare indietro fino al 2011, anno in cui il FFPI raggiunse una media di 131,9 punti. 

Le cause? Principalmente i problemi a livello di raccolto unitamente ad elevati costi di trasporto, carenza di manodopera e una crisi energetica che ha colpito duramente le catene di approvvigionamento. Tutti questi fattori hanno ridotto l’offerta, mentre la domanda mondiale continuava a crescere. I rincari nei prezzi del cibo hanno così contribuito a un più ampio aumento dell’inflazione durante la fase di ripresa economica della pandemia. E a pagarne lo scotto sono tuttora le popolazioni più povere dei Paesi dipendenti dalle importazioni alimentari.

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Poco ottimismo per l’FFPI 2022

Entrando nel dettaglio, l’Indice FAO per i prezzi dei cereali ha raggiunto nel 2021 il livello annuale più alto dal 2012, con un più 27,2% sul 2020. Il mais ha registrato un più 44,1%, il grano un più 31,3% e il riso un meno 4%. Anche l’indice degli oli vegetali ha toccato un massimo storico, aumentando del 65,8% dal 2020. L’organizzazione evidenzia anche il più 29,8% dello zucchero, il 12,7% nei prezzi della carne, e il più 16,9% in quelli dei prodotti lattiero-caseari.

L’agenzia ONU rimane cauta sulle previsioni 2022. “Normalmente i prezzi elevati avrebbero il posto a un aumento della produzione”, spiega l’economista FAO, Abdolreza Abbassian. “Tuttavia l’alto costo dei fattori di produzione, la pandemia globale in corso e le condizioni climatiche sempre più incerte lasciano poco spazio all’ottimismo rispetto ad un ritorno a condizioni di mercato più stabili”.

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