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Poshbee, studiare le api per proteggerle dagli stress

Il progetto PoshBee si occupa di valutare, monitorare e mitigare i fattori di stress sulla salute delle api sia mellifere che selvatiche, oltre a sostenere l’apicoltura sostenibile in tutti i Paesi europei. Terminerà nel 2023: i risultati che ne emergeranno saranno di grande rilievo per orientare la politica di tutela delle api a livello comunitario

phosbee
Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Il progetto PoshBee (Pan-european assessment, monitoring, and mitigation of Stressors on the Health of Bees) fa parte del programma europeo Horizon 2020.

Si occupa di valutazione, monitoraggio e mitigazione dei fattori di stress sulla salute delle api sia mellifere che selvatiche, oltre a sostenere l’apicoltura sostenibile in tutti i Paesi europei.

I fattori di stress

Il lavoro di impollinazione delle api è fondamentale per preservare la biodiversità e l’equilibrio dell’ecosistema, ma da tempo la loro sopravvivenza in difficoltà è messa in difficoltà.

Tra i fattori di stress c’è sicuramente l’uso dei pesticidi in agricoltura, ma anche la qualità degli habitat e dell’alimentazione.

Il progetto studia anche le malattie che le api mellifere possono trasmettere a quelle selvatiche e viceversa, nonché la vita riproduttiva e la capacità di orientamento. Un esperimento recente, ad esempio, ha studiato le possibili interazioni agrochimiche-patogene sulla salute di diverse api (Apis, Bombus e Osmia).

Da PoshBee un portale per accedere ai dati di ricerca

Per valutare l’esposizione chimica delle api negli alveari, PoshBee ha raccolto circa 90 campioni che saranno analizzati dall’Università di Bordeaux. La piattaforma PoshBee database (PoshBase) permette di accedere ai dati di ricerca, confrontarli e fare analisi statistiche.

Per quanto riguarda la nutrizione delle api, PoshBee studia l’impatto dei prodotti fitosanitari sull’alimentazione dei bombi, e la differente sensibilità ai prodotti fitosanitari delle api operaie, con riferimento a quelle mellifere.

I risultati non possono ancora essere divulgati dato che le sperimentazioni sono ancora in corso. Tuttavia sembra che alcune sostanze più che provocare la morte delle api abbiano un impatto sul loro comportamento alimentare e le rendano meno resistenti a virus e parassiti.

Se soffrono le api soffre anche l’agricoltura

PoshBee ha rilevato, ad esempio, che l’interazione tra diverse sostanze influisce negativamente sulla crescita delle colonie di bombi e sulla loro dimensione, oltre a causare una diminuzione della deposizione di polline.

Non basta usare gli insetticidi prima della fioritura per mitigarne l’effetto sugli impollinatori: l’impatto negativo sulle api si ripercuote sull’agricoltura.

Il prof. Mark Brown della Royal Holloway University of London coordina il progetto, a cui aderiscono 42 partner da tutti i paesi europei: tra questi, oltre agli istituti di ricerca, partecipano associazioni di apicoltori e di agricoltori, Ong.

Per l’Italia partecipano Coldiretti, Crea (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, Università di Udine, UNAAPI (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani).

Il progetto PoshBee terminerà nel 2023: i risultati che ne emergeranno saranno di grande rilievo per orientare la politica di tutela delle api a livello comunitario.