Da 23 anni il Pomodorino d’Oro Mutti premia la qualità e il lavoro degli agricoltori. Il senso del premio è coinvolgere tutti i lavoratori della filiera in scelte responsabili che valorizzino le persone e il territorio nel rispetto della terra con il contributo dell’innovazione
(Rinnovabili.it) – Il Pomodorino d’Oro Mutti è giunto alla 23esima edizione. Un riconoscimento che un gruppo leader in Europa assegna alla qualità della materia prima, 100% italiana, e all’impegno delle imprese agricole.
Pomodorino d’Oro Mutti, un premio concreto
Il Pomodorino d’Oro è il trofeo che Mutti assegna ai tre agricoltori che hanno prodotto i migliori pomodori in tre categorie: il pomodoro tondo, il pomodoro lungo e il pomodoro ciliegino.
Poiché ogni pomodoro è legato a un particolare tipo di terreno, ogni anno Mutti premia più di sessanta agricoltori dislocati in tutta Italia.
Creato nel 2000, il Pomodorino d’Oro è un riconoscimento che non si limita alle parole. Nell’arco degli ultimi venti anni Mutti ha premiato quasi 800 agricoltori con una somma da destinare al miglioramento dell’attività.
Il senso del premio è coinvolgere tutti i lavoratori della filiera in scelte responsabili che valorizzino le persone e il territorio nel rispetto della terra.
Rapporti trasparenti, retribuzioni eque e innovazione
La cura è un valore condiviso dall’azienda e dai suoi agricoltori, non solo come rispetto nei confronti dei consumatori.
Gli elevati standard di qualità si traducono nell’attenzione all’ambiente e alle persone. Il Disciplinare di Produzione Integrata prevede infatti un consumo ridotto di acqua e di energia, con il tracciamento del prodotto lungo tutta la filiera, dal campo al prodotto finito.
La sostenibilità sociale è declinata pagando un prezzo più alto per un pomodoro di qualità dal Nord al Sud del Paese, ma soprattutto gli agricoltori devono condividere con Mutti i principi etici: rapporti trasparenti e retribuzioni eque.
Nel modello produttivo di Mutti l’innovazione ha un ruolo chiave: la raccolta meccanica ha raggiunto il 100% dei campi coltivati per il Gruppo.
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I vincitori del 2022
Vediamo i vincitori del Pomodorino d’Oro 2022: l’azienda agricola di Luca Zavaroni di Traversetolo (PR) per il pomodoro tondo, Francesco Paolo Malgeri di Ascoli Satriano (FG) per il pomodoro ciliegino e Leonarda D’Aloia di Manfredonia (FG) per il pomodoro lungo.
I parametri di valutazione per l’assegnazione del Pomodorino d’Oro sono di tipo qualitativo, come intensità e sapidità, e temporale, ovvero conferire un prodotto di qualità non solo nel periodo centrale della raccolta – ovviamente il migliore – ma anche all’inizio e alla fine della raccolta.
1 vincitore e 5 aziende in classifica per Confagricoltura
Grande soddisfazione è stata espressa anche da Confagricoltura, che oltre al vincitore ha altre cinque aziende tra le prime quaranta classificate: la società agricola Vitali al 5° posto, l’azienda agricola La Nave di Romano e Guido Ceresini (14°); società agricola La Grande (17°); Marani Gianpaolo (23°) e società agricola Prada Luigi e Fabio (29°).
L’azienda agricola Zavaroni – socia di Confagricoltura Parma – è una fuoriclasse, ha già vinto nel 2005 e nel 2012. L’azienda dei fratelli Zavaroni si estende per circa 90 ettari; oltre al pomodoro coltivano anche cereali, mais ed erba medica.
Un anno difficile
Il Pomodorino d’Oro ripaga della fatica e delle numerose difficoltà, dichiara Zavaroni: «Quest’anno in particolare, viste le condizioni di crisi idrica che si sono manifestate già in primavera, abbiamo deciso di puntare su una produzione di alta qualità, in modo da ottimizzare i benefici della poca acqua disponibile.
I sacrifici non sono stati pochi. Come tutti gli agricoltori abbiamo dovuto fronteggiare le difficoltà legate all’aumento delle materie prime e alla siccità».
A causa dell’emergenza idrica, Zavaroni è stato costretto a ridurre del 20% le superfici coltivate e di conseguenza la produzione.
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Piccoli invasi, investimenti lungimiranti contro la siccità
Sottolinea il fatto che il parmense è una delle zone maggiormente vocate alla produzione di pomodoro di qualità, ma anche una delle aree che vanno più in crisi per la siccità: «Servirebbero dei piccoli invasi a uso plurimo per raccogliere l’acqua quando disponibile e utilizzarla quando necessario.
Tra l’altro quegli stessi invasi potrebbero essere utili non solo per l’agricoltura nei mesi estivi, ma si potrebbero utilizzare per altre attività come la pesca sportiva o la canoa, come per altro succede già in altre regioni. Sarebbero investimenti lungimiranti».
«Vedere tante aziende di Confagricoltura nella classifica del Pomodorino d’oro Mutti è motivo di grande orgoglio per la nostra organizzazione agricola e uno stimolo ulteriore per continuare a impegnarci per la valorizzazione delle produzioni Made in Italy.
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Il settore del pomodoro da industria da anni ha sposato l’innovazione cercando di ottenere produzioni sempre più sostenibili con una costante ricerca per un uso efficiente della risorsa idrica e per una produzione di qualità sempre più elevata», commentano il presidente di Confagricoltura Parma Mario Marini e il direttore Eugenio Zedda.