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La politica agricola comune della Francia è “illegale”

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Foto di Zoltan Matuska da Pixabay

Il caso della PAC francese finirà alla Corte di Giustizia UE

(Rinnovabili.it) – La PAC della Francia è “illegale” perché va contro i principi della politica agricola comune UE sul clima e la tutela degli ecosistemi. Per questo lo sblocco dei pagamenti a Parigi – 9 miliardi di euro, la tranche di sussidi più grande in UE – va congelato. Lo chiedono ClientEarth e Collectif Nourrir portando la Commissione di fronte alla Corte di Giustizia UE.

Le due ong ambientaliste sostengono che il piano della Francia non soddisfa alcuni tra gli obiettivi cruciali della PAC. Non favorisce una riduzione dei gas serra, in particolare del “metano emesso dagli allevamenti di bestiame”. Non dà “incentivi finanziari significativi” per ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti. Non promuove pratiche agricole più sostenibili che aiuterebbero a proteggere la natura. Eppure, la Commissione ha dato il suo imprimatur.

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“Il grande potere finanziario della PAC significa che ha la capacità di trasformare il futuro del settore agroalimentare e il suo contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici e naturali dell’UE, nonché la capacità del settore stesso di operare”, sottolineano in una nota le associazioni, alludendo all’entità dei fondi per la politica agricola comune, pari a circa 1/3 dell’intero budget UE. “Ma se la Commissione non crede di avere il potere di far rispettare le proprie leggi e garantire che i paesi spendano questi soldi per pratiche agricole sostenibili e resilienti, allora chi sta chiedendo conto ai governi per assicurarsi che saremo in grado di coltivare con successo in futuro?”.

Il piano nazionale francese – così come quello di tutti i Ventisette – presentato tra 2022 e 2023 deve riflettere la riforma delle regole PAC approvata nel 2021 dopo un lunghissimo e duro scontro sia tra Consiglio ed Europarlamento, sia tra i partiti. La versione finale è già un compromesso molto al ribasso che riduce al minimo le garanzie su clima e ambiente fornite dagli ecoschemi e da altre forme di condizionalità.

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“I pagamenti della PAC sono subordinati a piani strategici nazionali che dimostrino il rispetto delle leggi dell’UE, in particolare quelle volte a proteggere le persone, la natura, il clima e il futuro dell’agricoltura – sottolineano ancora le ong –  La stessa Commissione ha riconosciuto che il piano della Francia era inadeguato, ma lo ha comunque approvato, violando così le proprie leggi”.

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