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Per il PNRR l’agricoltura è un settore strategico

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Foto di klimkin da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Da un’analisi del testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) effettuata da Coldiretti emerge che la parola biodiversità compare 27 volte. Un segno che fa ben sperare circa la posizione del Governo Draghi in merito alla sostenibilità in agricoltura.

Sono gli stessi cittadini (il 43% degli italiani, quindi più di 4 su 10, come risulta da un sondaggio Ixè per Coldiretti) che ritengono importante e urgente che lo Stato intervenga per tutelare la biodiversità; questa avrebbe infatti un impatto positivo non solo sulla qualità della produzione agroalimentare ma anche sulla salute delle persone e dell’ambiente. La conservazione degli ecosistemi si rifletterebbe positivamente sulla valorizzazione dei territori stimolando l’occupazione che, a sua volta, avrebbe un ruolo importante nel proteggere le aree a rischio idrogeologico.

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Sono proprio i giovani (secondo il 70% dei cittadini) che devono diventare protagonisti di questa “onda verde”, ma perché non siano solo parole sulla carta è necessario adottare provvedimenti di sostegno affinché i giovani possano avviare delle imprese agricole nelle quali valorizzare le specie autoctone e diventare custodi del territorio.

L’innovazione spinge la transizione verde

Per il PNRR l’agricoltura si conferma una risorsa strategica per lo sviluppo: sono stati stanziati 5,27 miliardi per economia circolare e sostenibilità delle produzioni, e per investimenti che vanno dalla logistica all’innovazione ai contratti di filiera. Coldiretti e Filiera Italia non si sono fatti cogliere impreparati, e hanno predisposto accordi per gli allevamenti da carne e latte, per quelli avicoli, per l’ortofrutta, i cereali e l’olio.

Altrettanto di primo piano nel PNRR è il problema dell’acqua: sono previsti 4,38 miliardi di euro per acqua e tutela del territorio e per la gestione del patrimonio idrico. In questo quadro sono compresi i tanti aspetti ancora critici del sistema: infrastrutture, riduzione delle perdite di rete e investimenti sull’agrosistema irriguo per salvare le colture con il Piano invasi. Questo Piano è stato proposto da Coldiretti per risparmiare acqua e contrastare il dissesto idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici, che negli ultimi dieci anni hanno provocato danni per 14 miliardi di euro alle produzioni e alle infrastrutture agricole.

Un altro nodo strategico da scogliere assolutamente, pena il ritardato sviluppo del sistema agricolo, è quello delle infrastrutture di cui il PNRR sembra aver compreso l’importanza. Alle reti ultraveloci è destinato un investimento di 6,31 miliardi: per far decollare le aree interne e montane vanno colmati i ritardi sulla diffusione della banda larga. Sembra incredibile che il 32% delle famiglie che vivono in campagna siano ancora tagliate fuori dalla connessione con il resto del Paese e del mondo, rendendo di fatto impossibile qualunque iniziativa di sviluppo legata all’agricoltura di precisione come all’e-commerce, importante canale di vendita delle piccole specialità agroalimentari del territorio.

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Nella sostanza la transizione verde passa per l’innovazione tecnologica che rende possibile un uso più efficiente e sostenibile delle risorse, ma a monte di ogni cambiamento sono la semplificazione burocratica e dei servizi, come sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

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