di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Con le diete amiche del Pianeta potremmo ridurre la perdita di biodiversità del 36% soltanto in Italia. Ed è con una dieta della tradizione che però guarda al futuro della Terra che possiamo fare molto. Per esempio potremmo mangiare di più piatti tipici come fatti i tortelli con la zucca, la ribollita, pasta e fagioli, la zuppa di pesce povero, le orecchiette alle cime di rapa. Nella Giornata mondiale dell’alimentazione il Wwf, oltre a diventare anche chef per un giorno, rilancia l’allarme sulla responsabilità che il nostro sistema alimentare ha sulla perdita di natura, sui cambiamenti climatici e sulle condizioni della salute umana. Inoltre – secondo il Wwf – ci sarebbe un beneficio anche per il 28% della domanda di terre coltivate, se scegliessimo “tutti di rivedere i nostri stili alimentari ogni giorno”.
Si chiude così la Food week che si era aperta con il premio Nobel per la pace al Programma mondiale per l’alimentazione; il Wwf punta per questo a fornire ai cittadini delle indicazioni, basate su una ricerca scientifica, per rendere “la nostra dieta attuale sana e sostenibile”. In poche parole un menù pro-clima per le tavole degli italiani. I punti fondamentali di questo ‘cibo sostenibile’ sono il basso impatto ambientale, il contributo alla sicurezza alimentare e uno stile di vita sano. Naturalmente equilibrate dal punto di vista nutrizionale con una composizione di alimenti prevalentemente di origine vegetale (frutta, verdura, legumi e cereali). La nostra dieta mediterranea – osserva il Wwf – è per esempio “uno dei modelli alimentari più sostenibili per l’ambiente e la salute, universalmente riconosciuta dall’Unesco”.
Ma cambiare alimentazione seguendo le raccomandazioni del Wwf che effetti ha? L’aumento del consumo di vegetali servirà per tutelare i suoli e la biodiversità, l’aumento del consumo di alimenti di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale come metodo per ridurre la perdita di biodiversità perché determina la riduzione degli impatti sul suolo e sugli habitat naturali, e la riduzione del consumo di carne e derivati per tutelare il clima abbattendo le emissioni di gas serra. In Italia complessivamente assumiamo circa 2 chilogrammi di cibo al giorno; cambiando regime alimentare si dovrebbe ridurre del 20% arrivando a poco più di 1,6 chilogrammi al giorno; dovrebbero essere ridotti i consumi di latte e derivati (meno 60% rispetto al consumo attuale), il consumo di carne rossa (con una riduzione di oltre l’80%), e un aumento di quattro volte il consumo di legumi e frutta secca.