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Tonno pinna gialla, ridurre la pesca per ricostituire gli stock

pesca tonno pinna gialla
Foto di scottgardner da Pixabay

Dieci anni di sostanziale inerzia, gli stock si avvicinano al collasso

(Rinnovabili.it) – L’acquacoltura e la pesca hanno un impatto sull’ambiente: in linea con l’analisi dell’IOTC (India Ocean Tuna Commission, la Commissione intergovernativa che coordina la gestione del tonno nell’Oceano Indiano) il WWF chiede di ridurre le catture annuali di tonno pinna gialla nell’Oceano Indiano del 30% rispetto al 2020.

Il tonno albacora (Thunnus albacares) o tonno pinna gialla vive nelle regioni tropicali e temperate dell’Atlantico, del Pacifico e dell’Oceano Indiano dove percorre lunghi tratti di mare. È una delle sette specie di tonno più importate a livello globale e il suo mercato vale oltre 15 miliardi di dollari. Cifre importanti che hanno determinato una pesca indiscriminata e un sovrasfruttamento degli stock nell’Oceano Indiano (ma non solo). Dopo circa dieci anni di inerzia totale nella regolamentazione delle attività venatorie, la situazione di questa specie è diventata critica.

In realtà nel 2016 l’IOTC aveva adottato un piano provvisorio in tal senso; successivamente sono state adottate altre quattro risoluzioni. Nella pratica, i progressi sono rimasti sulla carta e le catture di tonni sono rimaste sostanzialmente invariate.

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Ridurre la pesca del tonno pinna gialla del 30%

Nel 2021 la Commissione aveva ritenuto che riducendo del 30% la pesca del tonno pinna gialla si sarebbe potuto ricostituire lo stock ittico entro il 2030. Tuttavia si è trattato di sforzi inefficaci. Una delle cause potrebbe dipendere dal fatto che qualunque membro di IOTC può opporsi e rinunciare a qualsiasi risoluzione entro 120 giorni dalla sua adozione.

Sembra di trovarsi davanti a una tela di Penelope: da una parte si lavora per gestire in modo sostenibile gli stock di tonno pinna gialla, dall’altra si lavora per vanificare le risoluzioni che puntano a ricostituire stock ittici sani.

Oltre al tonno pinna gialla, un’altra specie in difficoltà è il tonno obeso (Thunnus obesus), che nuota più in profondità. Nei mercati ittici viene spesso scambiato per tonno rosso, ma vale molto meno e non è altrettanto buono: è la sua somiglianza con il tonno rosso a renderlo ambito dai mercati.

In questi giorni è in corso la riunione annuale dell’IOTC e il WWF intende ribadire nuovamente la sua richiesta di riduzione delle catture del tonno pinna gialla rispetto al 2020, e sottolineare che proprio le regole della Commissione costituiscono il primo ostacolo alla difesa dell’animale.

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