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Pesca e acquacoltura, le nuove misure sostenibili della Commissione Europea

I cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento degli oceani minacciano la sostenibilità delle risorse della pesca e dell’acquacoltura. La Commissione Europea ha presentato un piano d’azione per contenere il loro l’impatto sugli ambienti marini e per ridurre l’uso di combustibili fossili a favore di fonti di energia pulita

Foto di Paul Einerhand su Unsplash

(Rinnovabili.it) – La Commissione Europea ha presentato nuove misure della per migliorare la sostenibilità e la resilienza nei settori della pesca e dell’acquacoltura.

I cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento degli oceani minacciano la sostenibilità delle risorse della pesca e dell’acquacoltura. Un ambiente marino sano con stock ittici sani e una ricca biodiversità è l’unico modo per garantire un futuro alle comunità di pescatori dell’Unione Europea.

Un piano in quattro punti

Il nuovo pacchetto di misure si compone di quattro punti: una comunicazione sulla transizione energetica del settore della pesca e dell’acquacoltura dell’UE; un piano d’azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente; una comunicazione sulla politica comune della pesca oggi e domani e una relazione sull’organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura.

Nelle intenzioni della Commissione, le nuove misure sulla pesca e l’acquacoltura – che saranno attuate gradualmente per dare al sistema pesca il tempo di adattarsi – non devono solo ridurre l’impatto sugli ambienti marini ma anche ridurre l’uso di combustibili fossili a favore di fonti di energia pulita.

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Sostenibilità ambientale ed economica

La dipendenza dai combustibili fossili non è sostenibile dal punto di vista ambientale, ma soprattutto rende la pesca e l’acquacoltura estremamente vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell’energia.

Il progetto della Commissione Europea è quindi puntare su pesca e acquacoltura sostenibili dal punto di vista sia climatico, in linea con il Green Deal europeo, che economico.

L’obiettivo sul fronte energetico è di far sì che il settore della pesca e dell’acquacoltura raggiunga la neutralità climatica entro il 2050.

A tale scopo, la Commissione propone una serie di misure per aiutare il settore, come combustibili più efficienti e un maggiore ricorso a fonti di energia rinnovabili e a basse emissioni di CO2.

Ma queste azioni da sole non sarebbero sufficienti. La Commissione, infatti, si impegnerà per colmare le lacune nel trasferimento di tecnologia dalla ricerca e dall’innovazione all’applicazione; per promuovere lo sviluppo delle competenze dei lavoratori del settore; per migliorare il contesto imprenditoriale, anche in termini di opportunità di finanziamento e sensibilizzazione.

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Politica comune per la pesca e l’acquacoltura

Un elemento chiave per realizzare questa transizione energetica è l’istituzione di un partenariato fra tutti gli attori del settore – dai pescatori agli scienziati, dai produttori alle istituzioni, dai porti ai cantieri navali fino alla società civile –  che si impegnano con un “Patto per la pesca e gli oceani” ad attuare la Common fisheries policy (CFP, politica comune per la pesca).

Poiché gli oceani e i mari coprono il 71% della superficie terrestre e oltre il 65% del territorio dell’UE, il piano d’azione della Commissione rientra nell’attuazione dell’Accordo di Kunming-Montréal sulla biodiversità siglato nel dicembre 2022.

Il piano d’azione europeo pone particolare attenzione al ripristino degli habitat dei fondali marini nelle aree marine protette (MPAs). La proposta è di eliminare gradualmente la pesca in tutte le MPAs entro il 2030 e di vietarla nelle MPAs di nuova istituzione nonché fissare un calendario di pesca e adottare pratiche di pesca che riducano le catture accidentali di specie minacciate.