(Rinnovabili.it) – Il peperoncino verde (conosciuto come Chimayo, Dixon o Velarde) coltivato nella parte settentrionale del New Mexico da secoli è un ingrediente abituale della dieta delle popolazioni locali.
Lungo in media 15 centimetri, ha la buccia rugosa; il gusto e la piccantezza variano in base alle modalità di coltivazione. Si può mangiare sia crudo che essiccato e ridotto in polvere.
In questa forma è la base di molti piatti e salse tipiche locali. La produzione è abbastanza limitata, pertanto il peperoncino verde si consuma soprattutto a livello regionale.
La tostatura esalta il sapore del peperoncino verde e facilita l’eliminazione della buccia non commestibile.
La tostatura ecologica
Tuttavia questa procedura non è esattamente amica dell’ambiente. Tanto per dare un’idea, la tostatura porta a un’emissione stagionale di circa 7.800 tonnellate di CO2, che equivale alle emissioni di circa 1.700 automobili in un anno.
Esiste un modo più ecologico per tostare il peperoncino verde? A questa domanda di sta provando a rispondere nei Sandia National Laboratories che fanno parte del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti.
Un risultato interessante sembra venire dalla tostatura in impianti a energia solare. La ricerca sperimenta la tostatura ad alta temperatura non solo per il peperoncino verde ma anche per altri alimenti, e confronta il risultato fra la tostatura tradizionale a propano e quella a energia solare.
Il risultato sembra più che soddisfacente: riesce a preservare un cibo tradizionale del New Mexico, che fa parte della cultura locale, e ad abbattere le emissioni di CO2.
Una ricerca resa possibile dagli impianti all’avanguardia della National Solar Thermal Test Facility di Sandia.
I risultati della sperimentazione
Sandia ha sviluppato negli anni nuove tecnologie per convertire in elettricità e calore risorse rinnovabili come il vento e la luce solare senza produrre gas serra.
Finora le rinnovabili hanno prodotto elettricità e calore nei processi industriali. L’impiego dell’energia solare per la tostatura del peperoncino verde apre nuove strade alla ricerca anche in campo alimentare.
Una volta raggiunta nell’impianto solare la temperatura di un torrefattore tradizionale a propano, la sperimentazione ha previsto due diverse modalità: una parte dei peperoncini verdi sono stati lavati prima della tostatura, gli altri sono stati tostati a secco. Quelli lavati hanno impiegato più tempo, ma la tostatura era più uniforme.
L’impianto a propano impiega quattro minuti per tostare il peperoncino verde lavato rispetto ai sei dell’impianto solare: una differenza che può diminuire mettendo meglio a punto il sistema di tostatura.
Gli intenditori approvano
In generale, si è osservato che con il sistema solare la distribuzione del calore è più uniforme, la qualità finale migliora e si mantiene un colore verde più brillante.
Il gusto ne risente? Sembra di no, perché la tostatura del peperoncino verde con l’energia solare ha incontrato il consenso degli intenditori sotto il profilo del sapore, dell’aroma e della facilità di staccare la pelle.
I ricercatori, tuttavia, hanno evidenziato che non si può costruire un grande impianto solare solo per tostare peperoncini. Quindi stanno cercando di realizzare un modello di impianto solare più piccolo e modulare – simile a quelli a propano usati attualmente – che gli agricoltori potrebbero trasportare nei mercati, nei negozi di alimentari o nelle fiere.
Un sistema utile anche per altri alimenti
L’obiettivo è arrivare a creare un impianto a luce solare concentrata per tostare anche altri alimenti come caffè, soia, mandorle, anacardi e cereali per produrre la birra.
Ovviamente un impianto solare è legato alle condizioni climatiche.
Il New Mexico in media ha il sole per 300 giorni l’anno. In California due aziende stanno sperimentando impianti a energia solare concentrata per la lavorazione delle mandorle. Anche qui, nella regione di produzione delle mandorle, il sole splende per circa 260 giorni l’anno.
Un esempio che intendono seguire anche in Colombia, Ecuador e Perù che coltivano e tostano il caffè ad alta quota: la condizione ideale per sfruttare l’energia solare.