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Dagli scarti di banana uno scudo naturale per le patate contro i nematodi

patate
via Pixabay

(Rinnovabili.it) – Secondo uno studio internazionale (Kenya, Belgio, Stati Uniti), avvolgere i semi di patata in una carta biodegradabile ricavata dalle parti inutilizzabili delle piante di banana riduce l’infestazione di un agente patogeno, il verme nematode a cisti della patata. Questo sistema fa aumentare in modo considerevole sia le dimensioni delle patate che la loro resa.

Lo studio è pubblicato in “Nature Sustainability” (Wrap-and-plant technology to manage sustainably potato cyst nematodes in East Africa).

Crescita delle rese

I nematodi sono un flagello per la coltivazione delle patate: in alcune aree dell’Africa le rese di patate sono diminuite del 60% dopo l’infestazione.

I semi di patata piantati e protetti dalla carta di banana sono cresciuti più grandi e più abbondanti di quelli piantati senza la protezione della carta come pure di quelli piantati nei campi e trattati con abamectina. La sperimentazione ha previsto sia l’uso di minime quantità di abamectina (una sostanza chimica che uccide i vermi) sia la sola carta senza abamectina.

La resa delle patate è stata fino a cinque volte superiore a quella ottenuta con la carta di banana trattata con 100 nanogrammi di abamectina, una concentrazione molto inferiore a quella normalmente spruzzata sui campi dagli agricoltori per proteggere le patate. Anche lo stato delle radici si è dimostrato molto migliore.

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I ricercatori avevano già ottenuto buoni risultati usando la carta di banana per aumentare la resa degli ignami (tuberi molto simili alle patate dolci, ricchi di vitamine e sali minerali, molto usati in Africa per il loro apporto proteico). Nel caso delle patate il successo è stato superiore alle aspettative.

Migliorare le colture

I ricercatori stanno testando la tecnica “wrap-and-plant” (letteralmente incarta e pianta) su altre colture orticole come patate dolci e manioca. Il loro obiettivo è diffondere un sistema che potrebbe innescare un miglioramento delle colture in Africa.

Per testare l’efficacia del sistema, i ricercatori hanno effettuato dei test in campo coltivando le patate in quattro modi diversi: avvolte in carta di banana con basse dosi di abamectina; avvolte in carta di banana senza abamectina; senza carta di banana ma in campi spruzzati con abamectina; e nei campi di controllo senza involucri di carta di banana o trattamento chimico.

I ricercatori hanno anche eseguito studi in laboratorio: hanno esposto l’agente patogeno alle sostanze chimiche rilasciate dalle radici della pianta di patata, note come essudato di radice, con e senza la carta di banana.

Risultato, la carta delle banane ha assorbito queste sostanze chimiche e le ha trattenute.

Un sistema semplice, economico e sostenibile

Queste sostanze chimiche rilasciate dalle piante stimolano la crescita dei nematodi, ma la carta di banana interrompe la “comunicazione” tra la patata e il nematode.

Senza rilevare questi composti, il patogeno non si sviluppa e non riesce a infettare la pianta.

Ma come si ottiene la carta di banana? Si parte dal liquame acquoso prodotto dagli scarti di banana. Quando si elimina l’acqua dal liquame, si formano lunghi fogli di carta flessibile, che poi si tagliano in piccoli pezzi adatti ad avvolgere i semi di patata. A questo punto si piantano i pacchetti con i semi.

Si tratta quindi di un sistema semplice, economico e sostenibile in cui non c’è utilizzo di prodotti chimici.

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