(Rinnovabili.it) – L’anno della pasta. Nonostante il ristagno generale dell’economia, il 2020 è l’anno che ha registrato il record di esportazioni della pasta con un +16% che equivale a 3,1 miliardi di euro. L’anno della pandemia ha quindi invertito la tendenza generale e ha incoronato la pasta piatto leader sulle tavole di tutto il mondo.
L’analisi di Coldiretti su dati Istat mostra dati davvero confortanti. I campioni mondiali del consumo di pasta nel 2020 – fuori dall’Italia – sono gli Stati Uniti con un aumento del 40% delle importazioni. Le buone notizie non finiscono qui: in Australia si è registrato un aumento del 39%, in Giappone la crescita è stata del 16% e in Cina del 23%. L’esportazione di pasta è cresciuta perfino in Gran Bretagna (+19%), nonostante la Brexit.
Piace di più la pasta con solo grano italiano
La pasta rimane il piatto preferito dagli italiani: nel 2020 ne hanno acquistato il 10% in più e quella fatta con solo grano italiano ha fatto un balzo di +29%. Dal 2018 è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano utilizzato per la pasta, una battaglia in cui Coldiretti si è spesa in modo determinante. Questo ha spinto i marchi più importanti a promuovere la produzione di pasta con grano di provenienza esclusivamente italiana.
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Cucina casalinga e riscoperta delle tradizioni culinarie italiane sono state il leitmotiv che in un periodo difficile hanno allentato le tensioni. La pandemia, con il conseguente lockdown che ci ha costretto a rimanere in casa, ha incoraggiato a cimentarsi in cucina in piatti sia dolci che salati, come dimostrano il +38% dei consumi di farina e il +14,5% raggiunto dalle uova. Per dare un’idea della diffusione del fenomeno, l’impastatrice è diventata un must in cucina e l’Istat nel 2020 l’ha inserita nel suo paniere. Inoltre, l’emergenza sanitaria ha portato i consumatori a scegliere cibi più sani e si sa che in questo la dieta mediterranea, che comprende anche la pasta, fa la parte del leone. Non a caso, nel 2020 le esportazioni agroalimentari hanno raggiunto complessivamente i 46,1 miliardi di euro. Ulteriore ma non ultimo, il fattore prezzo: anche e soprattutto in un periodo di crisi la pasta consente di mettere a tavola un piatto sano e appetitoso per tutta la famiglia a costi decisamente ragionevoli.