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Pandemia e sicurezza alimentare

La pandemia ha innescato una recessione globale che mette in pericolo la sicurezza alimentare. Una grave crisi sanitaria si trasformerà in una crisi di sviluppo a lungo termine senza interventi tempestivi, specie nei Paesi in via di sviluppo che sono i più vulnerabili

Pandemia e sicurezza alimentare
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Gli effetti della pandemia sulla sicurezza alimentare

(Rinnovabili.it) – La crisi che stiamo attraversando dovuta alla pandemia ha innescato una recessione globale. Quali saranno le ripercussioni sulla sicurezza alimentare? I dati del Fondo Monetario Internazionali dicono che nel 2020 l’economia globale si è ridotta del 3,5%, la peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale. Quella che si presenta come una grave crisi sanitaria si trasformerà in una crisi di sviluppo a lungo termine senza interventi tempestivi. La Banca Mondiale stima che nell’ultimo anno la pandemia abbia portato il numero di persone in condizioni di povertà estrema da 88 a 115 milioni. Condizioni difficili in tutto il mondo, disperate nei paesi in via di sviluppo: più vulnerabili agli eventi climatici estremi, con risorse limitate e istituzioni deboli. Le comunità rurali, in particolare, sono quelle più a rischio.

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Come afferma Matteo Marchisio, Country Director per l’Asia e il Pacifico dell’IFAD, in un’interessante intervista pubblicata in “China Investment”, «le malattie non rispettano i confini e gli effetti di una possibile crisi alimentare globale colpiranno tutti indistintamente. È nostra responsabilità comune garantire che ciò che è iniziato come crisi sanitaria non si trasformi in una crisi alimentare. È fondamentale investire nelle zone rurali, in modo da poter aumentare la produzione alimentare e creare posti di lavoro e opportunità per milioni di persone rurali i cui mezzi di sussistenza sono stati colpiti dalla pandemia».

Servono risposte di lungo periodo 

In questa situazione le organizzazioni multilaterali come l’IFAD possono svolgere un ruolo fondamentale per la sicurezza alimentare. Una prima risposta è stata finanziare attività che potrebbero dare un aiuto immediato alle famiglie rurali povere; è stato lanciato Rural Poor Stimulus Facility, un ingente investimento per aiutare i piccoli agricoltori a continuare a coltivare i campi e a vendere i loro prodotti, ad essere resilienti e ad accedere ai finanziamenti. Queste misure hanno mitigato l’impatto della pandemia, ma i paesi poveri restano i più vulnerabili, per questo l’IFAD continuerà a portare avanti azioni di sostegno di lungo periodo. I prezzi degli alimentari sono aumentati del 14% lo scorso anno, e molte persone sono state costrette a ridurre il consumo di cibo.

I Paesi a basso reddito non riusciranno mai a riprendersi senza l’aiuto della comunità internazionale. Marchisio indica alcune priorità per la sicurezza alimentare: evitare misure protezionistiche, per prevenire la scarsità di cibo e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari; potenziare ed espandere la protezione sociale e le reti di sicurezza, in particolare tra i segmenti più vulnerabili della società; investire nella costruzione o nel rafforzamento della resilienza dei gruppi vulnerabili agli shock.

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Ma soprattutto «le risposte richiedono tempi diversi»: la risposta immediata è un soccorso a breve termine per fronteggiare la carenza alimentare o l’aumento dei prezzi. Il vero cambiamento arriva con risposte di medio-lungo periodo che garantiscano una ripresa duratura.