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OrtoAmbiente, progetto di difesa agroecologica delle colture

OrtoAmbiente

(Rinnovabili.it) – Una delle armi dell’agricoltura biologica può essere la difesa agroecologica, specie nel caso delle colture orticole. Proprio di questo si occupa un nuovo progetto, denominato OrtoAmbiente, a cui partecipano il Centro Agricoltura e Ambiente (capofila e coordinatore del Progetto), il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari-DISTAL dell’Università di Bologna, il Gruppo Agribologna, Dinamica e 5 aziende agricole. Il responsabile scientifico del progetto è il prof. Giovanni Burgio, dell’Università di Bologna-DISTAL. OrtoAmbiente rientra nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 – Progetto “Messa a punto di tecniche di difesa da fitofagi su colture orticole ad elevata sostenibilità ambientale basate su strategie agroecologiche”. 

La ricerca alla base del Progetto prevede l’uso di fasce erbose con piante nettarifere (erba medica, coriandolo e grano saraceno che fanno parte di un sistema agroecologico) per attrarre insetti utili, a cui offrono cibo sotto forma di polline e nettare; la lotta è integrata dalla presenza di piante trappola attrattive per catturare gli insetti dannosi. La sperimentazione è in corso in coltivazioni orticole estensive di lattuga, cavolo e zucchine situate tra Bologna e Ferrara. Le piante trappola (senape, colza e rafano) sono già state usate in alcune sperimentazioni sia in Italia che all’estero, con un buon potenziale di successo. Gli insetti fitofagi bersaglio del Progetto OrtoAmbiente sono miridi; afidi; altica; gli insetti utili oggetto di studio sono predatori (sirfidi; coccinellidi; cecidomidi; crisopidi) e parassitoidi (braconidi).

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Come spiega il prof. Burgio, «le tecniche agroecologiche avanzate sono molto influenzate dall’ambiente ricevente e dalla realtà locale. Ogni applicazione a un nuovo paesaggio agrario richiede uno specifico progetto e una nuova strategia in cui il fattore tempo è spesso centrale». Grande cura deve essere dedicata alle piante da seminare per proteggere la coltura. La scelta dipende da fattori climatici, stagionalità e tempistica di applicazione, anche in relazione agli insetti da combattere o, al contrario, da proteggere. Questa strategia naturale di difesa dagli insetti dannosi è ad alta sostenibilità ambientale, e OrtoAmbiente vuole studiare se sia utile anche a razionalizzare le risorse idriche e diminuire il ricorso a prodotti fitosanitari. La ricerca stabilisce che la superficie da destinare alle piante trappola non deve superare il 10-15% rispetto alla coltura per evitare perdite di produzione.

Il cambiamento climatico ha effetti sfavorevoli sull’agricoltura: le stagioni sempre più calde prolungano il ciclo biologico di numerosi parassiti tradizionali e negli ultimi anni sono state sempre più frequenti le invasioni di insetti provenienti da altri Paesi, soprattutto asiatici, che hanno creato danni enormi alle colture. Una lotta agroecologica, come quella che sta sperimentando OrtoAmbiente, apre nuove possibilità per la difesa delle coltivazioni biologiche.

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