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L’orto sul tetto che usa la CO2 come fertilizzante

I ricercatori della Boston University stanno conducendo un interessante esperimento: coltivare un orto sul tetto dell’ateneo riutilizzando come fertilizzante la CO2 scaricata dalle prese d’aria. I risultati sembrano soddisfacenti e potrebbero aprire nuove prospettive per una svolta green delle città

orto sul tetto
Photo by CHUTTERSNAP on Unsplash

(Rinnovabili.it) – Il tetto degli edifici è il luogo ideale per creare un orto dove far crescere piante sane? Può costituire una soluzione possibile per rendere le città – in espansione irreversibile in tutto il mondo – più verdi e sostenibili?

I vantaggi dell’orto sul tetto

Da tempo esiste la pratica degli orti urbani, coltivare un orto o un giardino sul tetto è l’ultima tendenza che si sta affermando nelle città.

Molti gli aspetti positivi di questa pratica. Non si tratta solo di fornire risorse alimentari sane; un tetto coltivato aumenta l’isolamento termico degli edifici con vantaggi sul risparmio energetico, riduce il calore urbano e migliora la qualità dell’aria.

C’è però un rovescio della medaglia. Sul tetto ci sono radiazioni solari più forti, una maggiore esposizione al vento e una minore umidità del suolo: tutti fattori che fanno crescere piante più piccole e meno sane.

Fertilizzare con la CO2

Per ovviare a questi inconvenienti e per aumentare il grado di sostenibilità delle coltivazioni sulla sommità degli edifici un gruppo di ricerca sta conducendo un esperimento che prevede di riutilizzare la CO2 scaricata dalle prese d’aria degli edifici come una sorta di fertilizzante.

La sperimentazione prevede di coltivare mais e spinaci sul tetto di un edificio del campus della Boston University.

L’obiettivo della ricerca è verificare se all’interno degli edifici esiste una risorsa non sfruttata e utilizzabile per far crescere piante più grandi e più robuste nell’orto urbano posto sui tetti degli edifici.

I ricercatori hanno chiamato il loro giardino sperimentale BIG GRO e hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista scientifica Frontiers in Sustainable Food Systems.

Se i risultati della ricerca fossero positivi la pratica di coltivare sul tetto degli edifici potrebbe diffondersi e rendere più facile l’installazione con indiscussi benefici dal punto di vista alimentare e ambientale.

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Perché mais e spinaci

La scelta di mais e spinaci non è stata casuale: hanno una fotosintesi diversa e nel caso degli spinaci c’è una maggiore sensibilità ai livelli elevati di CO2 (quindi potrebbero sfruttare al meglio quella che esce dalle prese d’aria). Sono quindi utili per capire in che modo abbia influenzato la crescita delle piante.

I ricercatori hanno misurato le emissioni di CO2 nelle aule per capire quanta parte ne arrivasse alle piante e hanno stabilito che i livelli erano abbastanza alti da influenzarne la crescita.

Il monitoraggio delle piante di spinaci ha evidenziato risultati sorprendenti relativamente alle dimensioni e al numero di foglie; dopo la raccolta, si è visto che quelli cresciuti vicino alle prese d’aria di scarico avevano una biomassa quattro volte superiore a quelli cresciuti accanto a un ventilatore di controllo.

Buoni risultati

Anche il mais ha dato risultati soddisfacenti ed è cresciuto due o tre volte più del normale.

Lo studio offre quindi interessanti opportunità di riutilizzo della CO2 per aumentare la resa delle fattorie urbane sul tetto.

Ci sono ancora molti aspetti da studiare prima che il sistema trovi una stabile e larga applicazione, ma la ricerca è degna di interesse poiché mostra una crescita potenziata delle piante anche nel caso di forti venti.

L’orto urbano si conferma quindi una strada da percorrere per far diventare le città più green, coltivarlo sul tetto è una possibilità in più.