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Orticoltura urbana: una via per la sicurezza alimentare

Orticoltura urbana
Credits: happymay da 123rf.com

Convertire parchi, giardini domestici e tetti per puntare sull’orticoltura urbana

(Rinnovabili.it) – Secondo una nuova ricerca dell’Università di Sheffield, coltivare frutta e verdura nel 10% degli spazi verdi presenti in un’area urbana potrebbe fornire il 15% del cibo necessario alla popolazione locale. Pubblicato su Nature Food, lo studio mette in luce il potenziale dell’orticoltura urbana, scoperto che gli spazi verdi come parchi, giardini, terreni e boschi possono rappresentare una grande risorsa.

Mappando gli spazi verdi della città di Sheffield, i ricercatori dell’Institute for Sustainable Food hanno scoperto che essi coprono il 45% dell’intero tessuto urbano della città, una cifra simile a quella di molte altre cittadine del Regno Unito. Il 38% dello spazio verde comprende giardini domestici, che hanno un potenziale immediato per iniziare a coltivare cibo. Utilizzando Google Earth, è stato inoltre possibile scoprire che un ulteriore 15% dello spazio verde della città consiste in bordi stradali, che hanno il potenziale per essere convertiti in orti o lotti di comunità.

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Mettendo insieme giardini domestici, spazi verdi pubblici e bordi stradali, si avrebbero circa 98 m2 a persona nella sola città di Sheffield per l’orticoltura urbana. Ciò equivale a oltre quattro volte i 23 m2 per persona attualmente utilizzati per l’orticoltura commerciale nel Regno Unito. Se il 100% di questi 98 m2 fosse utilizzato per la coltivazione di alimenti, potrebbe rifornire circa 709.000 persone l’anno, ovvero il 122% della popolazione di Sheffield. Ma anche una più realistica conversione del 10% di giardini domestici e del 10% di spazio verde pubblico potrebbe rifornire il 15% della popolazione locale – 87.375 persone – con frutta e verdura sufficienti, migliorando significativamente la sicurezza alimentare della nazione.

Lo studio ha inoltre studiato il potenziale per un’orticoltura urbana sui tetti, usando metodi come la coltivazione idroponica. Questa tecnica potrebbe consentire la coltivazione per tutto l’anno con requisiti minimi di illuminazione, utilizzando serre alimentate da energia rinnovabile, calore catturato dagli edifici e l’acqua piovana per l’irrigazione. Il Regno Unito attualmente importa l’86% della sua offerta totale di pomodori, ma se solo il 10% dei tetti nel centro di Sheffield venisse impiegato per la coltivazione di questo ortaggio, sarebbe possibile rifornire più dell’8% della popolazione locale.

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Jill Edmondson, scienziato ambientale dell’Università di Sheffield, ha dichiarato: “Al momento, il Regno Unito è totalmente dipendente da complesse catene di approvvigionamento internazionali per la stragrande maggioranza della frutta e metà della verdura – ma la nostra ricerca suggerisce che c’è spazio più che sufficiente per far crescere ciò di cui abbiamo bisogno a portata di mano”. “Ci vorranno significativi cambiamenti culturali e sociali per raggiungere l’enorme potenziale delle nostre città, aggiunge Duncan Cameron, “ed è fondamentale che le autorità lavorino a stretto contatto con comunità per trovare il giusto equilibrio tra spazio verde e orticoltura urbana”.

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