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L’OMS avverte, coltivare più cibo e meno tabacco

Ogni anno il fumo è responsabile di otto milioni di morti in tutto il mondo. Sembra un paradosso, secondo l’OMS, che in 124 paesi siano dedicati alla coltivazione di tabacco 3,2 milioni di ettari di terra fertile, comprese le aree in cui le persone muoiono letteralmente di fame

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(Rinnovabili.it) – La sicurezza alimentare è un problema crescente in tutto il mondo, e in alcune aree in modo grave. È giusto, in questo scenario, coltivare il tabacco in terreni dove si potrebbe lasciare spazio a coltivazioni che diventano cibo per nutrire le popolazioni in difficoltà?

Questa osservazione è venuta dall’OMS, che ritiene che i governi di vari paesi dovrebbero smettere di dare sostegni alle colture di tabacco e destinare quel denaro nel migliorare i sistemi alimentari.

Ogni anno otto milioni di morti per il fumo

Ogni anno il fumo è responsabile di otto milioni di morti in tutto il mondo. Sembra un paradosso, secondo l’OMS, che in 124 paesi siano dedicati alla coltivazione di tabacco 3,2 milioni di ettari di terra fertile, comprese le aree in cui le persone muoiono letteralmente di fame.

Infatti più di 300 milioni di persone nel mondo si trovano ogni giorno in uno stato di grave insicurezza alimentare.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, ha fatto affermazioni particolarmente dure: i governi di tutto il mondo spendono milioni per sovvenzionare le piantagioni di tabacco, mentre coltivare cibo invece del tabacco consentirebbe al mondo di dare priorità alla salute, preservare gli ecosistemi e rafforzare la sicurezza alimentare per tutti.

La coltivazione di tabacco aggrava la sicurezza alimentare

La coltivazione del tabacco è un problema globale. L’attenzione si è concentrata finora in Asia e Sudamerica, ma le aziende del tabacco si stanno espandendo in Africa, dove dal 2005 i terreni coltivati a tabacco sono aumentati di quasi il 20%.

Il nuovo rapporto dell’OMS, World No Tobacco Day 2023 – Grow food, not tobacco, porta dati che parlano da soli. Nel mondo 349 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta; molte si trovano in circa 30 paesi africani dove la coltivazione del tabacco è aumentata del 15% nell’ultimo decennio.

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Come spesso accade, il serpente si morde la coda. Nove dei dieci maggiori coltivatori di tabacco sono paesi a basso reddito, e la coltivazione di tabacco è un fattore che aggrava la sicurezza alimentare perché occupa terreni che potrebbero produrre cibo.

Un danno collaterale per l’ambiente e la comunità deriva dal fatto che l’aumento della coltivazione di tabacco va di pari passo con la deforestazione, la contaminazione delle falde e il degrado del suolo.

I danni collaterali alla comunità

Si crede che coltivare tabacco generi un reddito sicuro, ma è una falsa verità. Il raccolto contribuisce a meno dell’1% del Pil dei paesi produttori: i profitti vanno nelle tasche dei principali produttori del mondo, agli agricoltori restano le briciole. Troppo spesso sono intrappolati in un circolo vizioso di debiti a causa di contratti capestro con l’industria del tabacco.

Dal punto di vista sociale, i coltivatori di tabacco sono esposti ad avvelenamento da nicotina e pesticidi. L’impatto sulle comunità è devastante: l’OMS stima che circa 1,3 milioni di bambini lavorino nelle piantagioni di tabacco invece di andare a scuola.

L’OMS invia un messaggio preciso ai fumatori: penateci due volte prima di fumare perché fa male alla salute e agli agricoltori.

OMS e FAO hanno varato il programma Tobacco Free Farms con l’obiettivo di aiutare gli agricoltori di Kenya e Zambia a coltivare colture alimentari sostenibili al posto del tabacco: grazie al microcredito gli agricoltori possono saldare i loro debiti con le multinazionali del tabacco e seguire corsi di formazione per coltivare prodotti alimentari e venderli nei mercati.