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Nutriscore, nuovo algoritmo e qualche perplessità

È stato aggiornato l’algoritmo che calcola i valori degli alimenti del sistema di etichettatura Nutriscore. La revisione è più severa sul contenuto di sale, grassi e zuccheri. Se resta incomprensibile la valutazione del latte, l’olio d’oliva è stato promosso in classe B

Le ultime novità sull’etichetta Nutriscore

(Rinnovabili.it) – Ultimo aggiornamento per Nutriscore.  L’agenzia Santé Publique France (l’agenzia francese per la salute pubblica) prevede ogni tre anni una revisione degli indicatori per aggiornare l’algoritmo che calcola i valori degli alimenti in base alle ultime scoperte scientifiche, i nuovi prodotti, le tendenze del mercato.

In linea di massima, ogni revisione diventa sempre più rigida per quanto riguarda il contenuto di sale, grassi e zuccheri negli alimenti e nelle bevande.

In virtù delle nuove restrizioni, la “classifica” degli alimenti ha portato un declassamento per molti alimenti, tanto che alcuni perdono perfino due posizioni passando dalla A alla C. Il declassamento, ad esempio, riguarda i cereali da colazione: l’alto contenuto di zuccheri li ha penalizzati.

Latte e yogurt

Una cosa ci sembra difficilmente comprensibile, ovvero la valutazione del latte. A parte quello intero, che passa da B a C, scendono di posizione anche gli altri tipi di latte, tanto che sono declassati perfino quello parzialmente e totalmente scremato. Lo stesso discorso vale per gli yogurt da bere: quelli aromatizzati scendono da B a D, ma vediamo perché.

Nella versione precedente di Nutriscore il latte era inserito tra gli alimenti solidi, l’aggiornamento lo ha inserito tra le bevande, e l’algoritmo che classifica le bevande assegna la A solo all’acqua. Una spiegazione che lascia francamente perplessi.

Grandi movimenti anche nel settore bevande zuccherate, dove c’è chi sale e c’è chi scende, ma le posizioni si attestano tra B e C. La maglia nera spetta alla Coca-Cola, che insieme alla Pepsi Cola Next si guadagna una E con il semaforo rosso.

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Nutriscore riabilita l’olio d’oliva

Una buona notizia riguarda l’olio d’oliva e gli altri oli vegetali con bassi livelli di acidi grassi saturi (colza e noci) che vengono promossi in B. L’olio di semi di girasole guadagna una posizione (da D a C), mentre soia, arachidi e mais restano in D. La valutazione peggiore, la E, rimane per l’olio di cocco e per il burro.

Secondo Serge Hercberg, il creatore di Nutriscore, aggiornare l’algoritmo è anche un modo per contrastare le opposizioni a questo sistema di etichettatura.

In realtà qualche perplessità c’è anche nei Paesi che lo avevano inizialmente adottato. Altri hanno deciso di non adottare Nutriscore.

Le app che informano sui profili nutrizionali leggendo il codice a barre

Secondo Federalimentare nel Consiglio UE non c’è la maggioranza qualificata per approvare l’adozione di Nutriscore. Questo potrebbe rimettere tutto in discussione e ridare fiato ai sostenitori di Nutrinform Battery, lo schema proposto dall’Italia che si basa sulle dosi giornaliere di riferimento stabilite dall’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare): quindi nessuna discriminazione a priori, ma informazioni per seguire una dieta sana e bilanciata.

Una cosa è certa, c’è sempre meno spazio per barare. Alcuni consumatori usano delle app (Yuka,Open Food Facts) che informano sui valori nutrizionali degli alimenti scansionando il codice a barre, a prescindere da Nutriscore. Questo ha spinto i retailer a riformulare i prodotti a loro marchio, visto che i consumatori sono sempre più attenti ai profili nutrizionali.