Promossi come sostituto della chimica in agricoltura, i pesticidi RNAi rischiano invece di aggravare la strage di api, bombi e farfalle
Lo studio delle ONG francese Pollinis getta un’ombra sui pesticidi RNAi
(Rinnovabili.it) – Una nuova generazione di agrofarmaci potrebbe rappresentare una minaccia esistenziale per le api e gli altri impollinatori. Si tratta dei pesticidi RNAi (a RNA interferente), in via di sperimentazione in campo nell’Unione Europea e promossi come prodotti sostenibili.
Secondo la ONG francese Pollinis, che ha pubblicato ieri un rapporto di indagine su questi nuovi prodotti fitosanitari, rappresentano un rischio per la biodiversità e gli insetti benefici. I pesticidi a RNA interferente, noti anche come pesticidi genetici, utilizzano il meccanismo dei vaccini COVID e dovrebbero colpire specifici insetti patogeni senza danneggiare le piante o altri animali. Sono progettati infatti per bloccare l’espressione di determinati geni e inibire le funzioni vitali ad essi associate nei parassiti delle piante.
Possono essere spruzzati sulle colture, distribuiti tramite batteri, virus e funghi, o incorporati in piante geneticamente modificate. Oggi l’utilizzo sperimentale in deroga alle norme è permesso in Germania, Francia, Spagna e Slovenia, in particolare su colza e patate. Fuori dall’UE se ne fa uso in Cina, USA e Canada.
Le aziende che ne promuovono l’uso in agricoltura – Bayer-Monsanto e Syngenta in particolare – sostengono che potrebbero rimpiazzare i pericolosi insetticidi neonicotinoidi, banditi nell’UE perché riconosciuti ormai come interferenti endocrini. L’industria vuole quindi che vengano classificati come biopesticidi, e inclusi nelle tecniche che permetteranno all’UE di raggiungere i target di riduzione del 50% previsto dalla Strategia Farm2Fork.
Secondo Pollinis, tuttavia, questi prodotti hanno lo stesso effetto devastante dei pesticidi chimici. Dei 26 attualmente in via di sviluppo, almeno metà sarebbe letale per 136 impollinatori e il loro effetto si estenderebbe a specie che invece non dovrebbero essere colpite. Le analisi dell’organizzazione francese mostrano infatti che molti insetti di specie diverse condividono un corredo genetico simile (fino all’80%), con sequenze su cui questi prodotti possono agire con effetti letali. A rischio ci sono 33 specie di api, 10 di bombi e 65 di farfalle, già in declino preoccupante a causa della chimica in agricoltura, potrebbero subire anche l’impatto dei pesticidi RNAi.
Alla luce di queste scoperte Pollinis chiede la sospensione di tutte le sperimentazioni in campo, l’esclusione dei pesticidi a RNA interferente dalla lista dei prodotti per il controllo biologico e una rigorosa valutazione del rischio da parte di enti terzi.