Rinnovabili

Sui nuovi OGM, Bruxelles ignora 200 studi scientifici scomodi

Nuovi OGM: l’UE apre al gene-editing ma ignora la scienza
via depositphotos.com

Il documento di ENSSER e CSS dimostra che non esiste un consenso scientifico sui nuovi OGM

(Rinnovabili.it) – Lo studio con cui Bruxelles vuole spalancare le porte dell’Europa ai nuovi OGM? E’ “una distorsione della scienza”. Per rimettere sul tavolo i prodotti ottenuti con il gene-editing di nuova generazione, chi ha condotto lo studio scientifico ha scelto con cura quali ricerche citare e quali, invece, ignorare del tutto. E nel documento finale sono finiti solo quegli studi che sostengono che le New Breeding Techniques (NBTs), come ad esempio il CRISPR, non sono dannose per la salute e per l’ambiente.

Le cose non stanno affatto così, replicano lo European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility (ENSSER) e il Critical Scientists Switzerland (CSS), due reti europee di scienziati. E la replica arriva a suon di studi scientifici, in un’analisi appoggiata anche dal gruppo dei Verdi / ALE al parlamento europeo.

Ascolta il podcast di Rinnovabili.it, metti in cuffia la sostenibilità

Il 29 aprile la Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle NBTs in cui si sostiene che i nuovi OGM hanno un potenziale positivo per l’agricoltura europea che non può essere sottovalutato. Per questo, sostiene il documento, è bene che Bruxelles aggiorni la normativa, visto che la direttiva sugli OGM del 2001 non copre adeguatamente i nuovi OGM e le tecniche di ultima generazione come il gene-editing o mutagenesi diretta.

In parte, questo documento si appoggia sul parere dell’Easac, l’Accademia delle scienze europea che riunisce tutti gli enti nazionali, che nel 2020 aveva ‘blindato’ i  nuovi OGM: il consenso della comunità scientifica, diceva in estrema sintesi, indica che gli organismi geneticamente modificati di nuova generazione non sono dannosi.

Leggi anche Bruxelles apparecchia la tavola ai nuovi OGM

ENSSER e CSS smontano il castello di carte di questo presunto consenso scientifico. E citano almeno 200 studi scientifici, ugualmente meritevoli di attenzione, che sostengono che i nuovi OGM non sono sicuri, o che non esistono prove sufficienti e conclusive. Gli studi “dimostrano che gli OGM esistenti non sono riusciti a fornire i benefici annunciati, come un controllo efficace di erbe infestanti e parassiti, resistenza alle malattie, tolleranza alla siccità, miglioramento del valore nutritivo e aumento delle rese”, si legge nel documento. “Mostrano inoltre le conseguenze ecologiche ed economiche della contaminazione genetica, nonché gli effetti dannosi per gli agricoltori su piccola scala”.

E sul gene-editing nello specifico, gli studi che sono stati ignorati “dimostrano che, contrariamente alle loro [dell’EASAC] affermazioni, le alterazioni genetiche causate da questi metodi sono fondamentalmente diverse dalle mutazioni naturali”. Uno degli argomenti più frequenti a favore dei nuovi OGM è che siano indistinguibili dai prodotti non modificati geneticamente (affermazione ormai smontata dal punto di vista scientifico).

Insomma, di consenso scientifico non si può parlare. Da qui scaturisce però un’altra questione: perché queste “voci contrarie” sono state sistematicamente ignorate? La risposta che suggeriscono le due reti di scienziati è che il documento dell’EASAC rappresenta non un’opera scientifica – e quindi imparziale – ma il punto di vista di una parte. E una parte ben precisa, che gravita attorno agli interessi di alcuni stakeholder particolarmente interessati a sdoganare il gene-editing in Europa.

Exit mobile version