La Corte di Giustizia Europea ha dato mandato all'avvocato generale di emettere un parere sulla natura legale dei nuovi OGM il prossimo 20 dicembre
A dicembre il parere dell’avvocato generale sui nuovi OGM
(Rinnovabili.it) – L’opinione pubblica europea resterà con il fiato sospeso ancora per due mesi e mezzo. La sentenza della Corte di Giustizia UE (ECJ) sul trattamento legale dei nuovi OGM è infatti attesa dopo il 20 dicembre. Per quella data, invece, è previsto il pronunciamento dell’avvocato generale, cui la Corte ha ritenuto di chiedere un parere.
Nessuna risposta definitiva, dunque, è emersa dall’audizione pubblica di oggi, che ha visto una sfilata di istituzioni favorevoli o contrarie alla deregolamentazione dei prodotti creati in laboratorio con le nuove tecniche di manipolazione genetica (New Breeding Techniques – NBT). Dal Parlamento Europeo è arrivata l’indicazione che la legge comunitaria sugli OGM è chiara, mentre la Commissione punta ad aggiornare la direttiva 2001/18 in modo da escludere le nuove biotecnologie da tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio. In questa corsa all’abbandono del principio di precauzione, Bruxelles è sospinta da Svezia, Regno Unito, Olanda, Italia e altri paesi membri.
>> Leggi anche: Nuovi OGM, cosa sono e perché destano preoccupazioni <<
Il tentativo è far passare le New Breeding Techniques come tecniche equivalenti agli incroci naturali, cioè prive di rischi per l’ambiente e la salute. Rispetto al passato, in cui la transgenesi classica ha provocato tanti e tali disaccordi in Europa da portare al varo di una legislazione molto stringente, negli ultimi 20 anni il settore del biotech ha fatto passi avanti. Oggi si utilizzano metodi di modificazione genetica considerati dai promotori più “precisi”e “prevedibili”. Una tesi contestata duramente da 60 scienziati europei, che hanno firmato un lungo documento di accusa verso i supporter delle nuove biotecnologie: denunciano i potenziali effetti indesiderati causati dalle centinaia di mutazioni fuori bersaglio riscontrate in diversi esperimenti. Effetti non solo visibili e correggibili, ma anche occulti, il cui impatto sulla salute e sull’ambiente non è ancora stato considerato.
Le mutazioni che possono derivare da queste modifiche fuori bersaglio potrebbero avvenire in punti del genoma non ancora sequenziati, di cui non sappiamo nulla e che non possiamo prevedere o curare. La realtà, scrivono gli esperti, è che non esiste un metodo scientifico oggi in grado di prevedere i rischi ambientali o sanitari delle New Breeding Techniques, e la scienza è ben lontana dal poter decantare la loro sicurezza. Per questo, concludono, è opportuno che l’Unione Europea li regoli in maniera stringente, obbligando chi li commercializza a dichiarare in etichetta la modificazione genetica, a garantire la tracciabilità dei processi e a svolgere complesse valutazioni del rischio.