Le principali sigle di categoria firmano un manifesto dove chiedono al governo di impegnarsi a 360 gradi sulle tecniche di evoluzione assistita, dal pressing a Bruxelles ai fondi per la ricerca, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica
Un tavolo permanente per coordinare tutti i soggetti interessati allo sviluppo dei nuovi OGM. Più ricerca sulle tecniche di evoluzione assistita (TEA), finanziata da un fondo ad hoc. Una campagna di comunicazione per tranquillizzare i cittadini. E più pressioni sull’Europa dal governo, per far approvare un regolamento UE.
Sono le richieste dei principali grandi attori della filiera agroalimentare italiana sugli OGM 2.0, ovvero quei prodotti che si ottengono con l’uso di tecnologie di modificazione genetica di ultima generazione.
OGM 2.0: cosa sono e come funzionano le TEA?
Le Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), note a livello internazionale come New Genomic Techniques (NGT), sono un insieme di biotecnologie di manipolazione genetica che permettono di modificare con precisione il DNA di piante e altri organismi. A differenza degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) tradizionali, che prevedono l’inserimento di geni estranei da specie diverse, le TEA operano attraverso il genome editing, un intervento mirato su specifiche sequenze genetiche.
Le TEA utilizzano strumenti come CRISPR-Cas9, un sistema di “forbici molecolari” che tagliano il DNA in punti predefiniti. Dopo il taglio:
- Si può rimuovere una sequenza genetica per eliminare una funzione indesiderata.
- Si può modificare o inserire una piccola sequenza, appartenente alla stessa specie, per migliorare determinate caratteristiche (es. resistenza alla siccità o alle malattie).
- Il DNA poi si ripara autonomamente, integrando le modifiche apportate.
Questa tecnica viene presentata come una forma di “chirurgia genetica” che garantirebbe interventi precisi (ma i critici sostengono che la precisione non sia realmente garantita) senza introdurre DNA estraneo. Avvicinandosi, così, ai processi di mutazione naturale o agli incroci tradizionali.
Nuovi OGM, tra nuove norme e le prime sperimentazioni
Al momento, le TEA sono oggetto di un forte dibattito sia a livello europeo che nazionale. A Bruxelles è in discussione una revisione del regolamento sugli OGM. La vecchia Commissione ha proposto di creare una categoria apposita per i nuovi OGM, derivati da mutagenesi e cisgenesi, che non sarebbero definiti tali e dunque non sarebbero soggetti ai divieti e alle procedure previste per gli organismi geneticamente modificati. I critici sottolineano che la nuova norma non tiene adeguatamente conto dei rischi e delle informazioni mancanti relativi a queste nuove tecniche.
In Italia è partita da maggio 2024 la 1° sperimentazione in campo (con una varietà di riso modificato con le TEA). Di recente, un emendamento al Dl Agricoltura ha prorogato al 31 dicembre 2025 la possibilità di proseguire la ricerca.
Le richieste del “Manifesto per la Promozione delle TEA”
Riconoscere per legge la differenza tra vecchi e nuovi OGM è “quanto mai necessario”, scrivono in un “Manifesto per la Promozione delle TEA” i big dell’agroalimentare italiano, tra cui Cia, Confagricoltura, Coldiretti, Assosementi, Legacoop, Assobiotec.
Introdurre la coltivazione di organismi ottenuti con le TEA, argomentano le associazioni di categoria, permette di sfruttare uno “strumento strategico nella conservazione e valorizzazione della produzione agroalimentare Made in Italy”. Oltre che una leva importante per “coniugare le sfide del comparto”, dal rafforzamento della produzione e della qualità, alla minore dipendenza dall’estero, alla tutela dei suoli e il contrasto ai cambiamenti climatici, “con le esigenze dei consumatori”.
Su questa base, il Manifesto formula precise richieste al governo:
- Creazione di un Comitato interministeriale tra i Ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Agricoltura per garantire l’approvazione del Regolamento UE sulle TEA.
- Istituzione di un Tavolo permanente con tutti gli attori coinvolti sulle TEA.
- Lancio di una campagna istituzionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle TEA per la sicurezza alimentare.
- Creazione di una rete di centri di ricerca pubblica e privata per avanzare nella sperimentazione e nello sviluppo delle TEA.
- Istituzione di un Fondo per finanziare la ricerca di base e applicata sulle TEA.