di Carlo Hausmann – Agro Camera, Valentina Terribile
(Rinnovabili.it) – Nel Regno Unito, in una fattoria di 105 ettari nel Cambridgeshire, è stato sviluppato un sistema basato sull’agricoltura biologica e sulla silvicoltura, “partner” fondamentali per la preservazione dell’ambiente, presentato qui come esempio virtuoso per tutti coloro volessero adottare nuovi approcci in agricoltura, senza rinunciare ad un ritorno finanziario sostenibile a lungo termine.
Si tratta di un sistema particolarmente adatto a terreni che presentano livelli molto elevati di sostanze organiche (c.23%) e soggetti ad ossidazione, vento ed erosione. In questi casi la sfida maggiore riguarda il suolo, da proteggere mantenendone la produttività ed aumentandone la biodiversità. A tal fine è stato dimostrato che, applicando il metodo della silvicoltura – concetto che riguarda l’uso del suolo, in combinazione con attività agricole e forestali in un sistema produttivo sostenibile – la biodiversità agricola ne beneficia.
Gli agricoltori della fattoria in questione hanno scelto come alberi per il loro progetto i meli – in varietà selezionate per gusto, conservazione, facilità di impollinazione, resistenza alle malattie e maturazione tardiva – calcolando un ritorno commerciale entro i 15 anni. Tra i filari di alberi sono stati piantati cereali, tuberi e vegetali. Piantare alberi di mele accanto a seminativi è una pratica che crea diversificazione nell’impresa agricola, riduce i rischi derivanti da singoli introiti e nel loro caso, essendo nel Regno Unito, gli ha permesso di sfruttare la domanda del mercato inglese di mele. Il criterio della maturazione tardiva, in questo tipo di pratica, è particolarmente importante perché permette che le mele possano essere raccolte dopo la raccolta dei cereali che avviene in autunno. Dopo la raccolta dei cereali l’azienda si sposterà direttamente alla raccolta della frutta e il rischio di un raccolto difficile sarà mitigato dalla presenza di altri tipi di colture.
Rispetto ad un frutteto normale con oltre 850 alberi per ettaro, una densità di impianto inferiore a 100 alberi per ettaro consente di usare una normale attrezzatura agricola, eliminando la necessità di macchinari specializzati per i frutteti. Questo si traduce in costi fissi e operativi bassi. In questo terreno solo il 4% è occupato da alberi quindi il 96% può essere adibito ad altre colture mentre aspettano i 5 anni necessari per gli alberi di mele per raggiungere la loro piena produttività. Questo è l’elemento chiave del processo: i campi seminabili forniscono reddito a breve termine e gli alberi da frutta forniscono reddito a lungo termine, oltre ad essere un bene capitale. Stephen and Lynn, gli agricoltori della fattoria inglese, hanno anche introdotto una vasta gamma di misure di conservazione, tra cui campi di stoppie invernali, mangimi per gli uccelli selvatici misti al nettare proveniente dai fiori, diverse specie di legumi e fiori selvatici seminati sotto il terreno tra i filari di alberi per attirare insetti e impollinatori.
La silvicoltura è una pratica che va di pari passo al concetto di sostenibilità, promuove la biodiversità funzionale, bilancia la produttività con la tutela dell’ambiente. Impiegando gli alberi nella produzione agricola risorse quali acqua, sole, aria possono essere utilizzate in modo più efficiente. Le radici degli alberi, infatti, garantiscono un migliore accesso all’acqua potendo penetrare più in profondità nel terreno senza fermarsi al primo strato del sottosuolo. Allo stesso modo, i rami stessi degli alberi hanno un migliore accesso alla luce solare. I sistemi agroforestali utilizzano le risorse per un periodo più lungo dell’anno.
Il segreto sta nel combinare elementi complementari; ad esempio, i cereali richiedono la maggior parte delle risorse da aprile a giugno, mentre alberi a tarda fioritura possono richiedere la maggior parte dell’acqua, della luce solare e di sostanze nutrienti alla fine dell’estate e in autunno, dopo che il cereale è maturato. In questo modo l’azienda utilizza al meglio le risorse naturali e ritaglia anche una dimensione supplementare e ampiamente sottoutilizzata, ovvero, quella verso l’alto. Vi è una crescente consapevolezza che il sistema agroforestale può fornire un uso del suolo multi-funzionale e può portare benefici ambientale e in termini di sostenibilità ed è per questo che è fondamentale far conoscere questi metodi e riportare i casi riusciti, a sostegno di approcci sostenibili in termini ambientali e non solo economicamente profittevoli.
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