Due lettere riservate di DG ENV e DG CLIMA rivelano che quasi nessuno dei paesi membri ha dei Piani strategici nazionali per spendere i fondi Pac in linea con l’ambizione climatica richiesta
Il 18 luglio i 27 paesi UE devono inviare alla Commissione i Piani nazionali della nuova Pac rivisti
(Rinnovabili.it) – Entro il 18 luglio, i paesi europei dovranno rimandare a Bruxelles la versione corretta e migliorata dei loro Piani strategici nazionali (Psn) sull’uso dei fondi della politica agricola comune (la nuova Pac 2023-2027). Ma non stanno facendo praticamente nessuno sforzo per migliorare l’impatto su clima ed ecosistemi, e ignorano regolarmente i suggerimenti dati dalla Commissione.
Lo scrivono le due Direzioni generali dell’UE competenti in materia, quella per l’ambiente (ENV) e quella per il clima (CLIMA), in due lettere riservate di cui è entrato in possesso ARC2020, una piattaforma per ricercatori e attivisti che lavora sulle politiche del cibo. Le raccomandazioni della Commissione sono state mandate ai paesi membri mesi fa: si trattava di richieste specifiche e consigli per aumentare l’ambizione dei Psn e chiarire il perimetro e gli obiettivi delle azioni proposte.
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“Tuttavia, quando è quasi completato lo scambio tra la Commissione e i governi nazionali per i primi 10 piani – di Austria, Danimarca, Estonia, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Polonia, e Olanda e Ungheria previsti per agosto – poco o nulla di più ambizioso in materia di clima o ambiente è stato effettivamente integrato nei piani”, scrive ARC2020.
Quasi nessun piano fornisce una stima anche sommaria del potenziale di mitigazione delle diverse misure ai fini del conteggio emissivo per ESR e LULUCF. Tantomeno i piani fanno riferimento ai target UE in questi due ambiti, cosa che potrebbe costringere gli stati a dover rivedere i loro piani tra pochi mesi. Ancor più grave è il fatto che i Psn non riescono a dimostrare di avere aumentato l’ambizione climatica e che manchino obiettivi chiari. In molti casi, poi, le misure elencate dai paesi UE non rispettano i criteri minimi per gli ecoschemi e le condizionalità (già fortemente rilassati durante i negoziati per la nuova Pac).
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