La scienziata americana lavora da 40 anni al Goddard Institute for Space Studies della Nasa. Lì ha lavorato ai primi modelli climatici, integrando l’impatto dei sistemi alimentari sul clima del pianeta
Rivelato ieri il nome della vincitrice del World Food Prize 2022
(Rinnovabili.it) – “Non possiamo risolvere il cambiamento climatico se non affrontiamo le questioni delle emissioni di gas serra del sistema alimentare, e non possiamo fornire la sicurezza alimentare per tutti se non lavoriamo davvero duramente per sviluppare sistemi resilienti”. Cynthia Rosenzweig spiega così perché ha passato decenni a studiare, da climatologa e agronoma, l’impatto del sistema alimentare sul clima globale. Un ambito in cui ha dato un contributo scientifico importantissimo. Che le è appena valso il World Food Prize, il nobel dell’agricoltura 2022.
La motivazione che ha spinto la World Food Prize Foundation ad attribuirle il premio è la creazione dell’Agricultural Model Intercomparison and Improvement Project. Si tratta di una organizzazione che riunisce scienziati con i background più diversi con lo scopo di far progredire i metodi per migliorare le previsioni delle prestazioni future dei sistemi agricoli e alimentari sulla base dei cambiamenti del clima globale. Fornisce indicazioni di policy a più di 90 paesi su come gestire i propri sistemi alimentari.
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Nei suoi studi, Rosenzweig ha studiato gli aspetti legati all’adattamento, quindi come devono cambiare il sistema alimentare e le pratiche agricole per resistere all’impatto del climate change. Ma molti dei suoi sforzi sono diretti anche a quantificare e spiegare l’impatto dell’agricoltura sul clima mondiale. C’è la firma della scienziata, ad esempio, su un recente lavoro che ha rivelato che circa il 30% delle emissioni di gas serra di origine antropica globali sono legate al sistema alimentare.
La sua carriera, però, l’ha passata alla Nasa. La neo-laureata nobel dell’agricoltura 2022 fa parte del team del Goddard Institute for Space Studies dell’agenzia statunitense dall’inizio degli anni ’80. Quando l’istituto ha iniziato a lavorare su modelli climatici globali che riuscissero a catturare l’impronta umana sul clima del pianeta. Ai tempi, Rosenzweig era l’unica scienziata del team che aveva competenze di agronomia e analizzava la produzione di cibo in relazione al cambiamento climatico.
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