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No alle speculazioni dai giovani agricoltori del G20

Le speculazioni sulla terra mettono in pericolo la sicurezza alimentare, denunciano i giovani agricoltori al G20 dell’agricoltura. Chiedono maggiori sostegni e un’accelerazione sulle misure per colmare il divario digitale e infrastrutturale: poter utilizzare le nuove tecnologie è indispensabile in un settore chiave dell’economia italiana

speculazioni

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – I giovani agricoltori rivolgono un appello ai grandi del mondo in difesa del lavoro agricolo. Secondo l’indice FAO di agosto, le speculazioni sulla terra hanno causato in tutto il mondo un rincaro delle materie prime agricole che ha toccato il 32% nell’ultimo anno.

Le speculazioni finanziarie nemiche della sicurezza alimentare

I giovani di Coldiretti, guidati da Veronica Barbati, si sono riuniti nella prima rete globale di giovani agricoltori (solo in Italia sono 60mila) che intende «suggerire strategie e politiche efficaci» dialogando con i governi nazionali, le istituzioni internazionali e il settore privato.

Come effetto finale, le speculazioni si abbattono anche sulle spalle dei consumatori. I cereali, ad esempio, sono rincarati del 44% ma sono aumentati i prezzi anche di carne, latte e zucchero.

Il gioco senza regole delle speculazioni finanziarie – come evidenzia l’analisi di Coldiretti diffusa in occasione del G20 dell’agricoltura – stanno causando un’estrema volatilità del mercato che mette in difficoltà la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi.

Le speculazioni sono favorite da un contesto generale reso critico da un insieme di fattori: riduzione degli scambi commerciali, accaparramento di materie prime dovuto al clima di incertezza, effetti del cambiamento climatico.

Il land grabbing stravolge i sistemi socio-economici

Tra le speculazioni che compromettono l’equilibrio in agricoltura è il cosiddetto land grabbing, ovvero l’accaparramento di terreni fertili da parte dei Paesi più forti e delle multinazionali. I 93 milioni di ettari sottratti agli agricoltori per speculazioni e attività non agricole stravolgono produzioni secolari e sistemi socio-economici locali, sottolinea ancora Coldiretti.

Vediamo di seguito alcuni numeri elaborati da Coldiretti sulla base dell’ultimo rapporto Focsiv per capire in concreto le dimensioni del problema. I grandi accaparratori di terre sono: Cina con 14 milioni di ettari, Canada (11 milioni), Stati Uniti (10 milioni), Gran Bretagna (9 milioni), Svizzera (8 milioni), Singapore (5 milioni), Spagna (4 milioni), Belgio (4 milioni), Giappone (4 milioni) e India (2 milioni). Sul totale delle terre oggetto di land grabbing quasi un terzo (31 milioni di ettari) è concentrato in Sudamerica, altrettanto in Africa (30,5 milioni), 19,5 milioni in Europa Orientale, 9 milioni in Asia e 3,4 milioni in Oceania.

Sostegni finanziari e accelerazione sulle infrastrutture

Gli eventi estremi che colpiscono l’agricoltura causati dal cambiamento climatico (incendi, siccità, inondazioni, gelate, diminuita disponibilità di acqua, rischi per la biodiversità e la fertilità del suolo) compromettono la sicurezza alimentare. Considerato il loro ruolo chiave nella produzione di beni primari e nella custodia del territorio, i giovani agricoltori del G20 chiedono il sostegno alla ricerca in agricoltura e lo sviluppo di strumenti economici per gestire gli effetti del cambiamento climatico (assicurazioni, indennizzi, prestiti agevolati per la ricostruzione, finanziamenti per nuove tecnologie). Colmare il divario digitale e infrastrutturale per poter utilizzare le nuove tecnologie è indispensabile in un settore chiave dell’economia italiana dove è in atto un graduale ricambio generazionale e la presenza femminile è in crescita.

I giovani agricoltori del G20 sollecitano inoltre misure di sostegno come i contratti di filiera, in base ai quali il prezzo pagato agli agricoltori non può mai essere inferiore ai costi di produzione. Garantire il giusto reddito ai giovani agricoltori è un modo per combattere lo spopolamento delle campagne e il degrado del territorio. Sembra scontato dirlo, ma un sistema agroalimentare equo e forte è anche il migliore ostacolo alle speculazioni.

Ci sembra opportuno ricordare la qualità e la sicurezza del sistema agroalimentare italiano, valori riconosciuti in tutto il mondo: un apprezzamento frutto dell’impegno e della fatica degli operatori del settore che meritano di lavorare in condizioni migliori.