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No alla plastica monouso nelle confezioni di cibi per le scuole

L’ottimo programma “Frutta e verdura nelle scuole” è nato per incoraggiare i bambini delle scuole primarie ad adottare abitudini alimentari sane da preferire a merendine, bibite dolcificate e cibi processati. Gli alimenti freschi e del territorio sono confezionati in plastica monouso, trasmettendo un messaggio contraddittorio e distante dal rispetto dell’ambiente

plastica monouso nelle confezioni di cibi per le scuole
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(Rinnovabili.it) – Cibi e plastica sono ancora strettamente legati, sebbene si parli continuamente di ambiente, di plastica monouso, di inquinamento e di educazione ambientale e alimentare nelle scuole. Eppure proprio nelle scuole si continua a vedere qualcosa che proprio educativo non è: la frutta e la verdura destinate alle scuole sono ancora confezionate nella plastica monouso, perfino quando si tratta di prodotti biologici.

Ogni settimana mangiamo microplastiche equivalenti a una carta di credito

Qualcuno potrebbe pensare che in fondo che problema c’è, il confezionamento in plastica monouso è limitato alle scuole. Invece è un grande problema, perché riguarda tutte le scuole, quindi parliamo di grandi numeri e perciò di grande inquinamento. Le ricerche scientifiche hanno confermato che la plastica è dovunque: nell’aria, nell’acqua, nel cibo. È sconvolgente pensare che ne sia stata trovata traccia perfino nel sangue, nel latte materno, nel tessuto polmonare e nella placenta. Ogni settimana ingeriamo circa 5 grammi di microplastiche: è come se mangiassimo una carta di credito a settimana.

Il programma “Frutta e verdura nelle scuole”

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha rinnovato il programma “Frutta e verdura nelle scuole”, promosso dall’Unione Europea volto in collaborazione con i Ministeri dell’Istruzione e del Merito e della Salute, Agea, le Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano: un’ottima iniziativa perché conoscere il cibo significa diventare responsabili delle proprie scelte alimentari, conoscere le tradizioni che danno al cibo un valore identitario e culturale, essere in grado di fare scelte sane in linea con la dieta mediterranea e con la qualità e la sicurezza che rende il cibo italiano famoso nel mondo.

“Frutta e verdura nelle scuole” coinvolge circa un milione di alunni delle scuole primarie tra i 6 e gli 11 anni per incoraggiarli ad adottare abitudini alimentari sane da preferire a merendine, bibite dolcificate e cibi processati. L’obiettivo è divulgare il valore e la stagionalità dei prodotti, coinvolgere le famiglie, diffondere l’importanza della qualità certificata dei prodotti Dop e Igp e di quelli biologici, sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e alla riduzione degli sprechi alimentari. Ovviamente “Frutta e verdura nelle scuole” privilegia la distribuzione di prodotti freschi e del territorio. Inoltre, prevede giornate a tema, visite alle fattorie didattiche, corsi di degustazione, laboratori sensoriali.

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Cibi per le scuole in plastica monouso

Un programma più che apprezzabile di cui si riconosce l’importanza, ma c’è una cosa da perfezionare: le monoporzioni di frutta e verdura sono confezionate in plastica monouso.

Marevivo – l’associazione ambientalista che non si stanca di evidenziare come l’abuso di plastica stia uccidendo il Pianeta – e Zero Waste Italy – che coordina e promuove azioni per il raggiungimento dei rifiuti zero – a gennaio hanno lanciato la campagna #BastaVaschette per chiedere la riduzione e il divieto di utilizzo di imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura.

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che le sostanze chimiche degli imballaggi in plastica (soprattutto in forma di micro e nano plastiche) possono migrare e inserirsi all’interno degli alimenti rappresentando un serio danno per la salute.

Alla luce di questi studi, Marevivo e Zero Waste Italy hanno chiesto al ministro Lollobrigida di assumere iniziative a livello nazionale e comunitario per abolire gli imballaggi in plastica monouso dal programma “Frutta e verdura nelle scuole”.

La posizione di Marevivo e Zero Waste Italy

La richiesta di Marevivo e Zero Waste Italy non rappresenta certo una soluzione, ma un passo avanti sì, afferma Raffaella Giugni, responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo: «Le istituzioni hanno il compito di rendere consapevoli i cittadini sulle buone pratiche che è sempre più urgente introdurre, vista la situazione nella quale ci troviamo, che sta pericolosamente mettendo a rischio la salute umana».

La scuola è il luogo dove si formano le nuove generazioni e qui non possono passare messaggi ambigui e contraddittori: «Se incoraggiare il consumo di frutta è sicuramente positivo dal punto di vista alimentare, quando questo avviene nelle confezioni in plastica monouso si incentivano pratiche contrarie alla circolarità e funzionali a un usa e getta diseducativo», sottolinea Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy.

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