Le nanoparticelle di silice sono state testate su una pianta infestata da Pseudomonas syringae
(Rinnovabili.it) – Una delle maggiori sfide che l‘agricoltura deve affrontare oggi è l’uso estensivo di fertilizzanti e pesticidi. Con un numero crescente di prodotti vietati o considerati pericolosi per la salute umana e animale, la necessità di trovare sostituiti sicuri e al tempo stesso efficaci, si sta acuendo. Uno degli approcci alternativi studiati nel settore a consiste nello stimolare la risposta immunitaria delle piante agli attacchi dei patogeni. Come? Ad esempio impiegando nanoparticelle di silice.
Da tempo è noto che l’acido silicico, presente naturalmente nel suolo, è in grado di determinare una risposta immunitaria nelle piante. È rilasciato da nanoparticelle di silice amorfa presenti anche in molte colture alimentari come i cereali.
Leggi anche 70 ong denunciano il doppio standard dell’UE sui pesticidi
Con questo in mente, i ricercatori dell’Adolphe Merkle Institute e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Friburgo hanno deciso di creare agrochimico che rilasciasse in maniera mirata di acido silicico per stimolare la difesa vegetale. Hanno quindi sintetizzato minuscoli composti con proprietà simili a quelle che si trovano nelle piante, testandole sulla Arabidopsis thaliana (detta anche arabetta comune) infestata dal parassita batterico Pseudomonas syringae.
I risultati hanno mostrato che le loro nanoparticelle di silice possono aumentare la resistenza contro i batteri in modo dose-dipendente stimolando la produzione l’acido salicilico, ormone vegetale di difesa che è anche il principio attivo dell’aspirina. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology (testo in inglese), mostra che questo rimedio potrebbe rappresentare un’alternativa economica, altamente efficiente, sicura e sostenibile per la protezione dalle malattie. Secondo gli scienziati, la ricerca futura potrebbe estendere le indagini a uno spettro più ampio di agenti patogeni come altri batteri, insetti o virus. Sottolineano tuttavia che prima di qualsiasi ampia applicazione di questi prodotti come biostimolanti e fertilizzanti, è necessaria un’analisi approfondita per valutare il potenziale destino a lungo termine delle nanoparticelle di silice nell’ambiente.
Leggi anche Pesticidi: anche quelli creati per salvaguardare le api, hanno effetti sub-letali