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Mitigare gli stress delle piante con la diversità vegetale

I fattori di stress indeboliscono le piante e le rendono più vulnerabili. Uno studio sulle piante di pomodoro ha evidenziato che la diversità vegetale all’interno degli agroecosistemi può contrastare efficacemente diversi tipi di stress e incidere positivamente sulla produzione agricola

Immagine di Freepik

Cambiamento climatico e salute delle piante

Le piante soffrono due tipi di stress: biotici e abiotici. Gli stress biotici sono causati da un altro essere vivente: ad esempio, funghi, batteri, piante infestanti, virus, insetti. Un esempio noto, perché ricorrente, è quello della mosca dell’olivo. Gli stress abiotici, invece, dipendono da fattori ambientali estremi. Sono quelli a cui ci ha “abituato” il cambiamento climatico in atto e che si verificano con sempre maggiore frequenza e violenza: alluvioni, bombe d’acqua, grandine, tempeste di vento, siccità prolungate, caldo precoce ed eccessivo, salinità, esposizione a metalli tossici.

La sovrapposizione dei fattori di stress

Può anche accadere che i due tipi di stress si sovrappongano: uno stress climatico può indebolire le piante che diventano più vulnerabili all’attacco di agenti patogeni.

Una produzione alimentare soddisfacente dipende dalla crescita delle piante, ma questa dipende anche dagli stress a cui sono sottoposte. Negli ultimi decenni le colture hanno mostrato un crescente livello di stress a causa dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento dell’acqua e del suolo che hanno inciso sulla resa.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che le pratiche agricole intensive, come la monocoltura continua, e un uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi impoveriscono i terreni. La domanda di cibo cresce a livello globale; la sfida che il sistema agroalimentare deve affrontare è quello di produrre cibo senza danneggiare l’ambiente. Ma tra queste sfide rientra anche fare fronte ai diversi tipi di stress che possono aggredire le piante.

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Gli studi sulle piante di pomodoro

Un gruppo di studiosi che fanno parte di università e centri di ricerca messicani hanno analizzato i fattori di stress nella coltivazione del pomodoro e in particolare l’effetto di mitigazione della diversità vegetale.

I risultati dello studio Plant diversity as a sustainable strategy for mitigating biotic and abiotic stresses in tomato cultivation sono pubblicati in “Frontiers in Sustainable Food Systems”.

Lo studio ha individuato i principali fattori di stress nelle carenze nutrizionali, nei parassiti e nelle malattie patogene trasmesse dal suolo. Le specie vegetali esaminate in associazione alla coltivazione del pomodoro sono Vicia villosa Roth, Coriandrum sativum L. e Allium cepa L. (tutte utilizzate per la copertura e/o la rotazione delle colture nei terreni).

In particolare, Vicia villosa Roth è utile in caso di carenza di nutrienti del suolo, Coriandrum sativum L. è efficace in caso di parassiti degli organi aerei, mentre Allium cepa L. si usa per combattere i funghi patogeni.

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La conservazione della biodiversità allevia gli stress in agricoltura

Lo studio dimostra che le colture di copertura sono in grado di fornire alle piante i nutrienti essenziali. Tutte e tre le specie hanno una funzione positiva nel combattere i parassiti e gli agenti patogeni che colpiscono sia gli organi aerei che sotterranei delle piante. Inoltre, evidenziano i ricercatori, la diversità vegetale negli agroecosistemi può contrastare efficacemente diversi tipi di stress.

La ricerca deve concentrarsi sulla valutazione delle specie più adatte a contrastare i diversi stress anche in rapporto alla distribuzione delle specie, alla quantità di piante e al sistema di coltivazione. Gli studi finora disponibili attestano che la conservazione della biodiversità all’interno degli agroecosistemi allevia gli stress che incidono sulla produzione agricola.

Da questo ottimo punto di partenza possono derivare soluzioni praticabili per un’agricoltura più sostenibile.