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Miele, produzione quasi dimezzata a causa del clima

La produzione di miele in Italia è calata del 40% a causa di un clima che ha alternato siccità, temperature esageratamente calde e alluvioni. Le api hanno sofferto al punto che gli apicoltori le hanno nutrite e dissetate per non farle morire

Miele
Foto di PollyDot da Pixabay

(Rinnovabili.it) – La produzione di miele si è quasi dimezzata. Il cambiamento del clima quest’anno si accanito in modo particolare: tra siccità prolungata e calore fuori dai limiti, a cui sono seguiti fenomeni temporaleschi estremi, le api si sono trovate in serie difficoltà di sopravvivenza e di produttività.

Produzione in calo del 40%

L’allarme miele è stato lanciato da Coldiretti: nel 2022 la preziosa produzione delle api ha subito un calo del 40%.

Gli apicoltori italiani sono riusciti a produrre circa 13mila tonnellate di miele, una delle produzioni più basse degli ultimi dieci anni ma delle migliori dal punto di vista della biodiversità: ne esistono più di sessanta varietà.

In Italia ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila apicoltori; oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo (dati del rapporto dell’Osservatorio nazionale miele elaborati da Coldiretti).

Cresce il numero di aziende apicole condotte da under 35: +17% negli ultimi cinque anni (analisi Coldiretti su dati Unioncamere).

Il raccolto nelle regioni

La perdita di miele riguarda tutto il Paese, anche se con percentuali diverse da una regione all’altra. Coldiretti ha stilato una tabella da cui è chiaramente visibile che il calo di produzione è di dimensione nazionale, e il clima avverso non ha risparmiato nessuno.

IL RACCOLTO 2022 DEL MIELE IN ITALIA

REGIONEPRODUZIONE
Calabria-15%
Abruzzo-50%
Puglia-35%
Marche-60%
Piemonte-30%
Sardegna-50%
Liguria-40%
Friuli Venezia Giulia-25%
Veneto-30%
Basilicata-80%
Toscana-40%
Lombardia-25%
Emilia Romagna-35%
Trentino Alto Adige-20%
Molise-40%
Sicilia-40%
Lazio-50%
Campania-15%
Umbria-50%
Valle d’Aosta-50%
ITALIA-40%

La maglia nera spetta alle Marche (-60%), mentre Calabria e Campania hanno subito le perdite minori (-15%); tuttavia le perdite sono complessivamente alte, e quindi molto preoccupanti.

Il caldo esagerato e la siccità hanno anticipato le fioriture. Il clima ha costretto gli apicoltori a spostare gli alveari nelle zone montane e a fornire alle api razioni di soccorso già all’inizio di agosto. In alcuni casi è stato necessario perfino abbeverarle artificialmente per non farle morire.

Il miele italiano si riconosce in etichetta

Nonostante l’indiscussa qualità del miele italiano, nel 2022 le importazioni sono cresciute di quasi il 18%. Nel 2021 hanno raggiunto le 24mila tonnellate, provenienti soprattutto dai Paesi dell’Europa dell’est.

Si tratta di prodotti generalmente di bassa qualità.

Per questo è importante che il consumatore legga attentamente le etichette apposte sulle confezioni, oppure lo acquisti direttamente dai produttori in piccole aziende agricole.

La legge impone che la definizione “miele italiano” sia ammessa solo per miele interamente raccolto in Italia. “Miscela di mieli originari dell’UE” richiede che siano precisati i Paesi di provenienza. Se si tratta di mieli di origine extracomunitaria, in etichetta deve essere scritto “miscela di mieli non originari dell’UE” con il nome dei Paesi. Se è un mix l’etichetta deve riportare “miscela di mieli originari e non originari dell’UE” e indicare i nomi dei Paesi.