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Miele, attenzione alle frodi

La Commissione Europea ha svolto una vera e propria indagine per scoprire le frodi sul miele. Anche se non minacciano la salute delle persone, sono pratiche sleali ai danni dei produttori onesti e dei consumatori. Un aiuto per sconfiggere le truffe può venire dai sistemi di tracciabilità

Image by fancycrave1 from Pixabay

(Rinnovabili.it) – Tra le tante frodi alimentari da cui guardarsi quelle sul miele sono truffe, ma almeno non sono nocive. L’adulterazione del miele non rappresenta una minaccia diretta per la salute delle persone, ma è una pratica sleale di cui sono vittime sia i produttori onesti che i consumatori.

Indagine sulle frodi

La Direzione generale sulla Salute e la Sicurezza alimentare della Commissione Europea ha coordinato un’azione a livello europeo denominata “From the Hives” per scoprire se il miele è addizionato dagli zuccheri. L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha dato il sostegno investigativo.

Sedici Stati membri (Belgio, Bulgaria, Cechia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna, Svezia), a cui si sono unite la Svizzera e la Norvegia, hanno partecipato all’azione coordinata europea per controllare le importazioni di miele e individuare le frodi con una campagna di indagine sperimentale.

Nel periodo novembre 2021-febbraio 2022 sono state analizzate a caso 320 partite di miele importate da 20 Paesi.

Il 46% dei campioni non è conforme alla direttiva UE

I campioni sono stati inviati al Joint Research Centre (JRC, il centro di ricerca indipendente che supporta le politiche dell’Unione Europea sulla base di evidenze scientifiche) perché fossero effettuate le necessarie analisi.

Su 147 campioni di miele (ovvero il 46%) c’era il sospetto che fossero adulterati, quindi non conformi alla direttiva europea sul miele (attualmente in fase di revisione. La nuova direttiva dovrebbe imporre un’etichettatura dettagliata dell’origine geografica del miele).

Questa prescrive che al miele non deve essere aggiunto «alcun ingrediente alimentare, compresi gli additivi alimentari, né possono essere apportate altre aggiunte diverse dal miele».

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Servono informazioni sulla tracciabilità del miele

Attualmente, però, i metodi di analisi a disposizione non sono abbastanza sviluppati a livello internazionale, e un semplice test non è sufficientemente attendibile per rilevare un’eventuale adulterazione.

Per scovare il “colpevole” è necessaria un’azione coordinata per raccogliere le informazioni relative alla tracciabilità e da qui risalire al luogo di importazione, trasformazione, miscelazione e imballaggio.

I risultati dell’indagine sono pubblicati nel Rapporto tecnico JRC EU Coordinated action to deter certain fraudulent practices in the honey sector – Analytical testing results of imported honey.  

Cambiano le sostanze usate per le truffe

Il JRC dispone di metodi di indagine avanzati. Quelli usati in precedenza erano in grado di rilevare con una buona sensibilità gli sciroppi di zucchero a base di amido di mais o canna da zucchero, ma non erano altrettanto efficaci nel rilevare altri tipi di sciroppi che imitavano il miele.

I risultati indicano una variazione nelle sostanze usate, e il JRC sta ulteriormente affinando le proprie tecniche di indagine.

Gli sciroppi di zucchero usati per aumentare la produzione di miele sono a base di mais, ma gradualmente si stanno sostituendo con sciroppi a base principalmente di riso, grano o barbabietola da zucchero.

Convengono le frodi sul miele? Ovviamente sì e lo dicono le cifre: nel 2021 il valore unitario medio dell’UE per il miele importato era di 2,32 €/kg, mentre gli sciroppi di zucchero a base di riso sono disponibili a circa 0,40 – 0,60 €/kg.

Inoltre, i truffatori sono relativamente tranquilli perché sanno che non è così facile scoprire le adulterazioni.