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MedAgriFood Resilience, preservare i sistemi tradizionali

Image by Sven Lachmann from Pixabay

(Rinnovabili.it) – Agricoltura e cambiamento climatico sono costantemente oggetto di studio. MedAgriFood Resilience (Socio-environmental shocks assessment and resilience empowerment in Mediterranean agri-food heritage systems: Italy, Morocco, Algeria FAO GIAHS sites) è un progetto europeo supportato dal Segretariato del Programma GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) della FAO che si occupa di identificare e preservare i sistemi agroalimentari e agroforestali tradizionali, il loro paesaggio e l’agro-biodiversità e promuoverne lo sviluppo sostenibile.

Progetto internazionale

L’Università di Firenze guida il progetto internazionale: partner di MedAgriFood Resilience sono l’Università Politecnica Mohammed VI (UM6P, Marocco), l’Università di Biskra (Algeria), il Centro di ricerca scientifica e tecnica per le regioni aride (CRSTRA, Algeria) e l’Università di Ibn Zohr (UIZ, Marocco).

Il coordinatore di MedAgriFood Resilience è Antonio Santoro per conto del DAGRI (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali) dell’Università di Firenze.

I sistemi agroalimentari e agroforestali tradizionali sono oggetto di crescente attenzione per il loro ruolo multifunzionale e come valida alternativa ai modelli agricoli basati sulla massimizzazione della produttività.

Come spiega Antonio Santoro, ricercatore di Assestamento forestale e selvicoltura, «questi sistemi sviluppati nel corso dei secoli dalle comunità locali, oltre a supportare attivamente l’economia degli agricoltori, sono oggi fondamentali in quanto esempi per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici».

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I tre siti oggetto di studio

L’oggetto dello studio del progetto sono alcuni esempi di adattamento a condizioni ambientali difficili (climi aridi, scarsità d’acqua, versanti ripidi) in Italia, Algeria e Marocco in tre siti:

«Il progetto intende valutare le principali vulnerabilità socio-ambientali nei tre siti, identificare ii fattori chiave per la resilienza e l’adattamento dal punto di vista tecnico, della biodiversità e socioeconomico, promuovere lo sviluppo locale inclusivo e sostenibile e potenziare la resilienza nei confronti di potenziali shock preservando al contempo il patrimonio culturale e quello ecologico, definire e introdurre soluzioni innovative, buone pratiche e strategie per la resilienza e l’adattamento che possono essere replicati in altri sistemi agroalimentari e agroforestali», conclude Santoro.

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