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Maurizio Martina vicedirettore generale aggiunto della FAO

Maurizio Martina
Credits: ©Mario Salerno – Own work, CC BY-SA 3.0 (immagine ritagliata)

 di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – «Nei prossimi giorni si aprirà per me un nuovo capitolo d’impegno. Lascerò le mie responsabilità politiche e istituzionali nazionali per iniziare l’esperienza in FAO come Special Advisor e Vicedirettore generale aggiunto. Come tanti possono capire, si tratta di una scelta carica di forti emozioni personali: dopo più di vent’anni di militanza politica diretta, compio un passo nuovo nell’esperienza diplomatica internazionale». Con queste parole, Maurizio Martina ha annunciato in un lungo post su Facebook il suo nuovo incarico, che premia un impegno portato avanti in tanti anni. I temi che ha seguito come politico – sovranità e sicurezza alimentare, sviluppo agricolo sostenibile, dignità dei lavoratori, cura del territorio – rimarranno prioritari anche nella sua nuova agenda.

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Nato in provincia di Bergamo, Maurizio Martina dopo il diploma di perito agrario e la laurea in Scienze politiche è stato guidato da due passioni: la politica e il mondo dell’agroalimentare. In questo settore, dopo essere stato sottosegretario 2013, diventa ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali nel 2014 con delega a Expo 2015. Da ministro ha varato diversi provvedimenti come quelli per l’occupazione giovanile in agricoltura e la semplificazione burocratica per le imprese agricole, ed è stato il primo firmatario della legge contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero in agricoltura. Una serie di esperienze che si dimostreranno preziose nel nuovo incarico: lavorare sui temi dell’agenda G20, del Food Summit promosso dall’Onu sul progetto “Food Coalition” presentato dall’Italia. 

Alimentazione e innovazione tecnologica

Tanti i problemi sul tavolo globale: il diritto al cibo, la lotta alla fame, la difesa della biodiversità del Pianeta, il sostegno a sistemi agricoli e alimentari più equi e sostenibili. Oggi ragionare di cibo significa allinearsi alla rivoluzione tecnologica e digitale in atto che da un lato impone un cambiamento nei sistemi di coltivazione affinché siano più sostenibili e resilienti di fronte alle aggressioni del cambiamento climatico, dall’altro richiede formazione e comprensione delle nuove tecnologie rendendo possibile un approccio concreto e competente alle innovazioni, al di là dei pregiudizi.

Nel contesto attuale, sconvolto dalla pandemia, Maurizio Martina «il virus è un pauroso moltiplicatore della fame, e crisi sanitaria e crisi ambientale hanno proprio nelle questioni alimentari e agricole un punto di caduta essenziale. Ovunque nel mondo stanno aumentando drammaticamente le persone in sofferenza alimentare, lo vediamo anche alle nostre latitudini. I sistemi di produzione, trasformazione e consumo di cibo hanno bisogno di scelte coraggiose per essere più equi. L’obiettivo “Fame Zero” dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile per non essere mancato ha bisogno subito di azioni concrete di svolta». 

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