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Marketing alimentare, come proteggere la salute dei bambini?

L’OMS ha aggiornato le linee guida per proteggere la salute dei bambini dall’impatto negativo del marketing alimentare, che promuove cibi processati con strategie studiate per renderli attraenti anche se il loro consumo è associato a effetti nocivi

Image by Hans Benn from Pixabay

Il bombardamento pubblicitario influisce sulla salute e sulla vita sociale

Marketing alimentare e salute dei bambini non vanno d’accordo, infatti promuove cibi processati con strategie appositamente studiate per renderli attraenti anche se nocivi per la salute. Come difendere i bambini, che sono i più esposti a queste sollecitazioni?

Marketing alimentare e salute dei bambini

Il marketing alimentare è anche visto con preoccupazione per quanto riguarda i diritti dei bambini, dato il suo impatto negativo su molti di quelli sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia.

L’OMS ha pubblicato nuove linee guida per proteggere i bambini dall’impatto nocivo del marketing alimentare (Policies to protect children from the harmful impact of food marketing).

Le linee guida raccomandano l’attuazione di politiche obbligatorie per proteggere i bambini di tutte le età dalla commercializzazione di alimenti e bevande analcoliche ad alto contenuto di acidi grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri liberi e sale (i cosiddetti alimenti HFSS, High in Fat, Sugar and Salt).

Già nel 2010 l’OMS aveva pubblicato delle raccomandazioni analoghe, approvate dagli Stati membri ma di fatto inapplicate.

Infatti, i bambini continuano ad essere esposti a un bombardamento pubblicitario di alimenti HFSS e bevande analcoliche, il cui consumo è associato a effetti negativi sulla salute.

La raccomandazione aggiornata si basa sui risultati di prove recenti, compreso il modo in cui l’esposizione e il potere del marketing alimentare influenzano la salute dei bambini, le scelte e i comportamenti alimentari, l’apporto dietetico, gli atteggiamenti e le credenze legati al cibo.

Contenere il potere persuasivo del marketing alimentare comporta anche limitare l’uso di cartoni animati o tecniche che attraggono i bambini, come includere giocattoli nelle confezioni dei prodotti alimentari, pubblicità con canzoni e presenza di testimonial famosi.

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Cosa dovrebbe fare la politica

L’intervento dei governi nello stabilire regole forti è determinante, visto che generiche esortazioni a un marketing responsabile finora non hanno sortito effetti degni di nota.

Adottare le nuove linee guida dell’OMS nei differenti contesti nazionali richiede l’elaborazione di politiche di sanità pubblica che escludano indebite ingerenze di interessi commerciali.

La raccomandazione dell’OMS analizza anche le politiche per limitare la commercializzazione dei prodotti alimentari e il contesto di riferimento. Ne deriva che tali politiche sono più efficaci se:

  • sono obbligatorie;
  • riguardano i bambini di tutte le età;
  • utilizzano un modello di profilo nutrizionale guidato dal governo per classificare gli alimenti dei quali limitare la commercializzazione;
  • sono abbastanza completi da ridurre al minimo il rischio di migrazione del marketing verso altre fasce d’età, altri spazi all’interno dello stesso mezzo o verso altri media, compresi gli spazi digitali.

Tra le novità di queste linee guida si segnala l’adozione di politiche efficaci per ridurre al minimo la migrazione intra e inter-medium. Si tratta di un punto particolarmente importante perché considera il tempo che bambini e ragazzi trascorrono sui social: è qui, pertanto, che la limitazione deve essere particolarmente severa.

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Cosa si fa in Italia per difendere i bambini dal marketing alimentare

In Italia la Società Italiana di Pediatria (SIP) ha chiesto al Governo di proibire o limitare gli spot che promuovono il cibo spazzatura. Il divieto è richiesto soprattutto durante la messa in onda di programmi per bambini.

La SIP ritiene infatti che la martellante pubblicità di cibo spazzatura influenzi negativamente i comportamenti alimentari a tutti i livelli e incida sulle scelte legate al cibo che possono avere un impatto sia sulla salute che sulla vita sociale. I bambini chiedono junk food agli adulti, che quasi sempre li assecondano.

Rifiutare richiede ai genitori impegno e capacità di motivare un no che fa bene alla salute dei figli, e dovrebbero esserne più consapevoli. Un bambino o un adolescente obeso o sovrappeso sarà più facilmente un adulto affetto da patologie non trasmissibili (ipertensione, diabete, disturbi muscolo-scheletrici, tumori) e probabilmente avrà maggiori difficoltà di relazione con i coetanei, sarà oggetto di esclusione sociale con tutto ciò che questo comporta, a cominciare dall’esposizione a disturbi del comportamento alimentare.

La posizione di Gran Bretagna e Germania

Alcuni Paesi europei hanno già fatto dei passi in tal senso.

La Gran Bretagna vieta la pubblicità di cibo spazzatura prima delle 21 perché ritiene che sia in gran parte responsabile dell’obesità infantile; inoltre, è in vigore una tassa sulle merendine.

La Germania vieta questa pubblicità su tutti i mezzi di comunicazione, compresi i social, tra le 6 e le 23.

Qui la guerra al cibo spazzatura è totale: divieto di pubblicità nei pressi delle scuole e dei luoghi dove bambini e ragazzi trascorrono il tempo libero (palestre, piscine, impianti sportivi).

Vietate anche le sponsorizzazioni degli eventi dedicati ai più giovani.

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