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Mangiare gamberi vegetali ci aiuterà a tutelare gli ecosistemi marini

All'ETH di Zurigo due ricercatori stanno creando delle alternative ai frutti di mare a base di microalghe e proteine vegetali

gamberi vegetali
via depositphotos.com

I “gamberi vegetali” potrebbero entrare a far parte del cibo del futuro. L’aumento della domanda di pesce e frutti di mare sta incidendo in maniera negativa sugli ecosistemi marini, e il mondo della scienza è all’opera per ideare strategie e alternative sostenibili, senza rinunciare a una serie di abitudini alimentari. 

In particolare il tecnologo alimentare Lukas Böcker e il chimico alimentare Severin Eder, due ricercatori dell’ETH di Zurigo, stanno sviluppando sostituti del pesce utilizzando delle microalghe. Il progetto è stato finanziato con una borsa di studio erogata da Pioneer.

I gamberi del futuro saranno vegetali?

La pesca eccessiva e gli allevamenti di pesci e gamberetti che utilizzano farina di pesce per nutrirli sono solo alcuni dei fattori che stanno stravolgendo la vita dei nostri mari. I ricercatori dell’ETH di Zurigo sono partiti da queste considerazioni per il loro progetto che prevede la sostituzione dei prodotti ittici con alternative a base di microalghe. 

La piattaforma che stanno sviluppando consente la “produzione di pesce” a partire da queste biocomponenti più altre fonti proteiche vegetali come la soia e i piselli: l’obiettivo è replicare non solo la forma e il gusto degli autentici frutti di mare, ma garantire anche lo stesso apporto nutrizionale. “Ci stiamo concentrando sui frutti di mare perché sono già state sviluppate soluzioni migliori per il pesce vegetale e lo sviluppo è più avanzato”, ha spiegato Eder. 

Il primo prodotto su cui gli scienziati lavorano sono proprio dei gamberi vegetali. Le prospettive sono però di allargare la gamma cercando di replicare anche le capesante o la carne di granchio.

A questo punto dello sviluppo del progetto i gamberi sono ancora gelatinizzati e anche il sapore non è stato completamente sviluppato. Per spiegare il risultato ottenuto Böcker ha parlato di “orsetti gommosi salati”. L’obiettivo di questa fase dello studio è lavorare sulla consistenza per dare la sensazione di mordere la carne muscolosa del gambero, per far ciò gli scienziati stanno sperimentando diversi metodi. “In due o tre anni, sono abbastanza sicuro che ci sarà molto più pesce e frutti di mare a base di piante rispetto a quello che c’è oggi”.

Finita la messa a punto del prodotto, i due ricercatori ne prevedono entro la fine dell’anno la produzione e il lancio sul mercato.