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Madagascar, carestia da cambiamento climatico

Il Madagascar è allo stremo a causa di una carestia dovuta al cambiamento climatico. L’insicurezza alimentare è arrivata al livello 5, il più alto riconosciuto a livello internazionale. L’ultimo rapporto dell’IPCC ha registrato in Madagascar un aumento dell’aridità destinata a peggiorare se il cambiamento climatico continua

Madagascar, carestia da cambiamento climatico
Foto di photosforyou da Pixabay

A causa del cambiamento climatico, il paese vive la peggiore siccità degli ultimi 40 anni

di Isabella Ceccarini

Secondo le Nazioni Unite, la prima carestia da cambiamento climatico sta per abbattersi sul Madagascar. Quattro anni senza pioggia – la peggiore siccità degli ultimi quarant’anni – hanno annientato l’agricoltura gettando le famiglie in un livello drammatico di fame e di insicurezza alimentare. Secondo le stime del World Food Programme delle Nazioni Unite, in Madagascar 30mila persone sono al livello 5 di insicurezza alimentare (il livello più alto riconosciuto a livello internazionale). Una situazione che è destinata a peggiorare quando il Madagascar entrerà nella cosiddetta stagione di magra che precede il raccolto. Andrew Harding, corrispondente dall’Africa di BBC News, descrive questa tragedia nell’articolo Madagascar on the brink of climate change-induced famine.

Una carestia dovuta al cambiamento climatico, non ai conflitti

Si è spesso portati a pensare con un certo distacco che questi fenomeni siano il frutto delle lunghe guerre tribali che affliggono l’Africa. Questa volta le cause vanno ricercate altrove. Come spiega Shelley Thakral del WFP delle Nazioni Unite, queste condizioni simili alla carestia non sono dovute ai conflitti ma al cambiamento climatico: «Una tragedia senza precedenti. Queste persone non hanno fatto nulla per contribuire al cambiamento climatico, non bruciano combustibili fossili, eppure stanno sopportando il peso del cambiamento climatico».

La prolungata mancanza di pioggia non permette di raccogliere quello che è stato seminato, l’unico alimento disponibile per sfamare intere comunità di agricoltori sono le locuste e le foglie di cactus.

Il Madagascar è un Paese soggetto a fenomeni di siccità e alle variazioni indotte da El Niño; questa volta, tuttavia, gli scienziati ritengono che la crisi attuale sia direttamente collegabile al cambiamento climatico. Come riporta Andrew Harding, Rondro Barimala – un esperto dell’Università di Cape Town, in Sudafrica – afferma che «secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC il Madagascar ha registrato un aumento dell’aridità che è destinata a peggiorare se il cambiamento climatico continua. Dati che dovrebbero farci riflettere su quanto sia urgente cambiare i nostri comportamenti». Chris Funk, direttore del Climate Hazards Center dell’Università di Santa Barbara in California, conferma il legame tra la siccità del Madagascar e il riscaldamento dell’atmosfera.

Funk ritiene indispensabile intervenire per migliorare la gestione dell’acqua: poiché è possibile prevedere quando ci saranno periodi di piogge superiori alla norma, gli agricoltori potrebbero basarsi sulle previsioni per aumentare la produzione agricola.

Migliorare la gestione dell’acqua

Se gli agricoltori muoiono letteralmente di fame, non è che nelle città vada molto meglio, con i prezzi sul mercato che sono arrivati alle stelle. Lo scenario è così drammatico che alcuni agricoltori hanno provato a dormire nei campi per proteggere i raccolti dai disperati in cerca di cibo, ma il livello di pericolo è diventato così alto che si rischia la vita e qualcuno preferisce vendere la terra per potersi comprare da mangiare. Nel Madagascar allo stremo si vive alla giornata e si guarda con ansia a un domani più che mai incerto.