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Lumache sostenibili, tra gastronomia e cosmesi

Due giovani ricercatori molisani hanno avviato un allevamento di lumache in un terreno abbandonato in un’area interna: anche qui è possibile avviare un progetto economico e sviluppare una filiera sostenibile. L’allevamento è un esempio perfetto di economia circolare a ciclo completo, in più la carne di lumaca può essere un valido sostituto delle proteine animali con impatto ambientale bassissimo

lumache

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Dall’università alle lumache. Marco Di Cristofaro e Lorenzo Sallustio sono due agronomi e giovani ricercatori universitari che hanno avviato un progetto molto particolare a tre chilometri da Roccavivara, in Molise. Un allevamento sperimentale di lumache in 1.500 metri quadri.

Il recupero delle aree interne

Dopo aver studiato e approfondito, nel 2020 decidono di partire con il loro allevamento di lumache. Nel frattempo scoppia la pandemia, ma invece di scoraggiarsi approfittano per rimodulare il progetto e dargli la forma di un micro allevamento sperimentale abbinato a una fattoria didattica.

In Molise ci sono molti terreni abbandonati nelle aree interne. L’allevamento di lumache ha trovato spazio in un terreno della famiglia di Lorenzo dove c’era un vigneto: da qui è partita la sfida di recuperare un’area e dimostrare che può essere il luogo ideale per avviare un progetto economico e sviluppare una filiera sostenibile.

Marco e Lorenzo hanno seguito un corso all’Istituto Internazionale di Elicicoltura Cherasco, in Piemonte. Ora applicano il metodo e il disciplinare di produzione Cherasco, che garantisce la qualità delle lumache sia per l’impiego gastronomico che per quello cosmetico.

Le qualità dietetiche delle lumache

Che si mangino le lumache è risaputo (in Francia le escargot sono un piatto gourmet), ma si sta sviluppando grande interesse cosmetico per la bava di lumaca: ha proprietà idratanti, leviganti, elasticizzanti e cicatrizzanti. La bava di lumaca favorisce l’eliminazione delle cellule morte e la rigenerazione della pelle.

L’impiego delle lumache in cucina è noto fin dai tempi dei Greci e dei Romani. Hanno importanti proprietà nutritive e sono indicate per chi deve tenere sotto controllo la glicemia e il colesterolo. Sono indicate anche nelle diete ipocaloriche: la carne delle lumache è magrissima, 100 grammi di lumaca contengono l’85% di acqua, il 13% di proteine e lo 0,7% di grassi.

Ma soprattutto sono amiche dell’ambiente e possono costituire una fonte sostenibile di proteine animali. Tanto per dare una misura del loro impatto, per ottenere un chilo di carne di lumaca occorrono 500 litri di acqua, un chilo di carne bovina ne richiede 19mila, e un chilo di maiale dagli 8 ai 9mila litri.

Allevare lumache nel rispetto dell’ambiente

In MolHelix si allevano le lumache Helix Aspersa Maxima, una specie che pesa circa il doppio delle altre lumache: è adatta all’uso che ne fanno Lorenzo e Marco e soprattutto è adatta alle condizioni pedoclimatiche della zona di allevamento a 600 metri slm, con un clima caratterizzato da inverni molto freddi e nevosi ed estati molto calde e secche.

Il rispetto dell’ambiente è assoluto. Sono rimasti al loro posto gli alberi di olivo e da frutto, a dimostrazione che il vecchio può convivere con il nuovo. Le lumache sono allevate all’aperto, a ciclo naturale completo, nel pieno rispetto della biologia dell’animale, senza forzarne la crescita con mangimi o alimenti stimolanti.

Essere all’aperto, però, crea anche qualche problema come i danni fatti dai cinghiali e dagli ungulati e le lumache sono esposte alle intemperie. Marco e Lorenzo coltivano verdure da taglio a foglia larga come bietole, cavoli e rape in orti a corridoio delimitati da recinti.

L’equilibrio è affidato all’occhio dell’allevatore

La difficoltà è mantenere l’orto in equilibrio: non ci dimentichiamo che le lumache sono il nemico naturale del coltivatore perché mangiano le foglie. Un equilibrio che non si comprende con i big data ma con l’occhio degli allevatori e va mantenuto perché la giusta presenza di vegetazione assicura il microclima per l’allevamento. La “maturazione” non è contemporanea per tutte le lumache, e questo garantisce la disponibilità di un prodotto sempre fresco; da ogni recinto si ottiene circa 1-1,2 quintali di lumache.

MolHelix è un tipico esempio di economia circolare. Si parte dagli scarti ortofrutticoli che vengono ritirati ogni giorno dai supermercati e portati in allevamento per nutrire le lumache da cui si ricavano alimenti e bava che vengono messi in commercio.

Un business circolare al 100%

Qui non si spreca nulla: i pochi scarti vanno in una compostiera dove i lombrichi fanno un compost che è un ottimo fertilizzante. Per l’irrigazione, si ricicla l’acqua piovana in una vasca di recupero. Risultato, un ciclo completamente chiuso con un impatto ambientale pari a zero.

Il papà di Lorenzo è anche lo chef del loro agriturismo. Si portano le persone a visitare MolHelix, così conoscono il territorio, imparano ad amare e rispettare l’ambiente e alla fine sono accolti da un invitante menù tutto a base di lumache.

Ma allevare lumache è anche un business? Il potenziale c’è: gli impianti attuali soddisfano appena il 20% della domanda, il resto arriva dall’estero, da filiere lunghe e senza i dovuti controlli sanitari.

Un ostacolo c’è, ed è ovviamente la burocrazia scoraggiante. Tra l’altro, Lorenzo e Marco sono ricercatori dell’Università del Molise, quindi non essendo imprenditori agricoli a titolo principale non hanno accesso a nessun tipo di sostegni.