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L’intelligenza artificiale controlla le diete dei lungodegenti

Image by Eddie K from Pixabay

(Rinnovabili.it) – L’alimentazione ha un ruolo cruciale per la salute e il benessere. Le persone ricoverate nelle case di cura per lungodegenti hanno bisogno di un tipo di alimentazione particolare, e l’intelligenza artificiale potrebbe mettere a punto la dieta più adatta.

In linea generale, mangiare la giusta dose di cereali integrali, proteine vegetali, frutta e verdura soddisfa le necessità nutrizionali dei lungodegenti e riduce il rischio di infiammazioni.

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L’analisi fatta con l’intelligenza artificiale

I ricercatori dell’Università di Waterloo (Canada) hanno sviluppato una nuova tecnologia basata sull’intelligenza artificiale per esaminare i dati relativi ai cibi e alle bevande ingeriti da oltre 600 residenti di 32 case di cura per lungodegenti nell’arco di tre giorni.

Studiare quali alimenti e fluidi sono consumati più spesso e la loro “salubrità” può fornire informazioni su quelli più utili alla salute in generale e su quelli che possono ridurre il carico di malattia.

I ricercatori hanno comparato i risultati della sperimentazione con le raccomandazioni della Guida all’alimentazione sana pubblicata dal governo canadese e con i pareri dei nutrizionisti sui cibi che potrebbero causare infiammazioni e contribuire, nel tempo, a indurre malattie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, artrite e demenza.

Pianificare i menù più salutari

Lo studio dei ricercatori dell’Università di Waterloo (Characterizing Canadian long-term care home consumed foods and their inflammatory potential: a secondary analysis pubblicato in “BMC Public Health”) è utile per pianificare i menù dei lungodegenti.

Grazie agli approfondimenti basati sui dati forniti dall’intelligenza artificiale, i nutrizionisti delle cliniche per lungodegenti possono mettere a punto dei programmi dietetici per migliorare i risultati clinici e la qualità della vita delle persone ricoverate.

Ci sono ancora margini di miglioramento nella qualità della dieta messa a punto con l’intelligenza artificiale, ma i ricercatori hanno già evidenziato dei cambiamenti positivi nello stato generale dei ricoverati.

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Rischio di malnutrizione per i lungodegenti

La maggior parte dei lungodegenti (54%) è a rischio di malnutrizione, soprattutto i più anziani, e non è sempre facile assicurarsi che assumano gli alimenti necessari al loro benessere.

Non dimentichiamo che nelle case di cura per lungodegenti entrano in gioco anche vincoli di bilancio e magari una limitata attenzione alla disponibilità stagionale di frutta e verdura, che si collega anche alle preferenze dei ricoverati.

Il sistema basato sull’intelligenza artificiale messo a punto dai ricercatori semplifica anche le procedure relative alle forniture: si acquistano gli alimenti più adatti al benessere dei ricoverati, in particolare quelli che non causano infiammazioni senza possibilità di errore.

Tre punti chiave nella dieta

I ricercatori hanno evidenziato tre punti chiave nella dieta.

Il primo è che le fonti di proteine sono principalmente animali, e queste aumentano il potenziale infiammatorio della dieta.

Il secondo punto chiave è che il consumo di frutta e verdura è molto inferiore al 50% raccomandato per contrastare l’effetto infiammatorio di alcuni alimenti. Il succo di frutta è spesso consumato in media più di 2 volte al giorno, ma non è da ritenere salutare poiché è ricco di zuccheri naturali e potenzialmente aggiunti.

Il terzo punto riguarda il consumo di cereali che è allineato con il 25% delle calorie consumate, come consigliato dalle linee guida della salute. Tuttavia, sono assunti pochi cereali integrali e quindi meno fibre, con il conseguente aumento dell’effetto potenzialmente infiammatorio.

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