Senza innovazione la trasformazione dei sistemi alimentari, la protezione dell’ambiente e la sicurezza alimentare rimarranno solo irraggiungibili utopie. Ma l’innovazione è alla portata di tutti, anche dei Paesi più fragili? La risposta della FAO è in alcune iniziative già avviate
Chi rimane escluso dalle nuove tecnologie per l’agricoltura?
(Rinnovabili.it) – L’innovazione ha un ruolo cruciale per la trasformazione dei sistemi agroalimentari. I progressi della scienza e della tecnologia rappresentano la precondizione per lo sviluppo di un’agricoltura sana e sostenibile.
Tuttavia, la prima domanda che ci dobbiamo porre è se l’innovazione e la tecnologia siano alla portata di tutti: una domanda che è stata al centro del Vertice G77+Cina. Questo gruppo comprende in realtà 134 membri, per la maggior parte Paesi in via di sviluppo ma anche alcune economie avanzate e all’avanguardia nell’innovazione tecnologica.
La pressione sui sistemi agroalimentari
Come ha affermato il direttore generale della FAO, QU Dongyu, nel corso di tale Vertice, «i nostri sistemi agroalimentari sono sottoposti a un’enorme pressione per produrre di più per soddisfare la crescente domanda di cibo, riducendo al minimo gli impatti sull’ambiente. Per garantire l’effettiva trasformazione dei sistemi agroalimentari globali, la FAO sta investendo molto in scienza, tecnologia e innovazione».
Il rapporto della FAO Tracking progress on food and agriculture-related SDG indicators 2023 mostra che il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 è ancora lontano, specie l’Obiettivo 2 che vorrebbe porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.
Le cifre confermano questo timore con spietata chiarezza: attualmente, secondo la FAO, nel mondo 783 milioni di persone soffrono la fame e oltre 3,1 miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana (dati 2022).
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Il nuovo quadro strategico
Per ottenere dei risultati bisogna cambiare passo e dotarsi di una nuova strategia. La FAO ha quindi deciso di puntare sull’innovazione per realizzare lo Strategic Framework 2022-31, i cui pilastri principali sono:
1) rafforzare il processo decisionale basato sulla scienza e sull’evidenza;
2) sostenere l’innovazione e la tecnologia a livello regionale e nazionale;
3) rafforzare la FAO.
QU Dongyu è consapevole che non basta la sola scienza senza una governance trasformativa e senza rafforzare la sinergia tra scienza, politica e società. Per questo nei tre pilastri si integrano due fattori chiave: partenariati trasformativi e nuovi sistemi di finanziamento.
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Via libera all’innovazione
Pertanto, via libera all’innovazione su larga scala basata su tre elementi chiave: sistemi di innovazione integrati; investimenti nella ricerca; condivisione e trasferimento delle conoscenze. Per non accentuare il divario tecnologico è necessari prevedere un adattamento graduale. Non tutti possono avvantaggiarsi dell’innovazione, come i paesi più fragili che devono superare il divario tra la presenza di nuove tecnologie e la loro accessibilità.
L’innovazione in agricoltura coinvolge l’intera catena del valore. Grazie alle biotecnologie è possibile il miglioramento genetico delle piante per renderle resilienti ai cambiamenti climatici, si può migliorare la salute del suolo e diagnosticare le malattie e intervenire rapidamente per curarle.
Telerilevamento, informazioni satellitari e droni raccolgono dati in tempo reale per monitorare condizioni meteorologiche, colture, parassiti e malattie e condizioni del suolo.
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I sistemi di irrigazione automatizzati e i robot fanno risparmiare acqua, le tecnologie digitali sono un veicolo di inclusione finanziaria, le tecnologie basate sull’energia rinnovabile facilitano la realizzazione di queste azioni.
Ricordiamo due importanti iniziative già avviate dalla FAO: FAO 1000 Digital Village è un progetto per convertire i villaggi in hub digitali e accelerare la trasformazione rurale, mentre Hand-in-Hand Geospatial Platform fornisce informazioni in settori come acqua, clima, pesca, foreste, bestiame, colture.