Acqua e suolo, risorse finite
Il tema della terza edizione del Libro Bianco del Verde è “L’acqua una risorsa indispensabile per la salute del Pianeta”.
L’incontro è stato organizzato da Képos, Assoverde e Confagricoltura in collaborazione con il Crea e gli Ordini professionali.
L’acqua, troppa o troppo poca
L’acqua è importante per la salute e indispensabile alla vita. È al centro di tutte le culture; ci sembra scontata, invece non è così. L’acqua, come pure il suolo, è una risorsa finita, e come tale dobbiamo usarla con intelligenza e con parsimonia. Questi sono stati i temi chiave nella presentazione del Libro Bianco del Verde, che si è svolta nella splendida sede romana di Confagricoltura, a Palazzo della Valle.
Ci accorgiamo sempre di più, negli ultimi anni, che l’acqua ha un problema: o è troppa o è troppo poca. Il susseguirsi di siccità – anticamera della desertificazione – e alluvioni a causa dei cambiamenti climatici deve farci comprendere che una migliore gestione dell’acqua è un dovere per un motivo molto semplice: la quantità realmente disponibile per l’uomo è limitata, è appena lo 0,4% di tutta l’acqua del Pianeta.
Si profilano scenari catastrofici di guerre per l’acqua. In realtà, ci sono sempre state. La differenza è, come sempre nei numeri: 1.298 conflitti per l’accaparramento di acqua dal 2500 a.C. a oggi, ma dal 2000 a oggi se ne contano 1.050.
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La visione olistica proposta dal Libro Bianco del Verde
Sarebbe necessaria una visione globale del problema acqua, e deve comprendere anche alla gestione dei suoli, come hanno affermato molti dei relatori che hanno contribuito alla stesura del Libro Bianco del Verde.
Parlare di suoli si pensa subito ai terreni agricoli, dove pure l’erosione e la ridotta capacità di immagazzinare acqua li rende meno fertili.
Come dichiara Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, «l’acqua è la linfa vitale dell’agricoltura e dell’intero Paese, oltre ad essere un tema al centro dei piani d’azione a livello globale.
È necessario sviluppare dei modelli efficienti per la realizzazione di infrastrutture verdi e blu, finalizzate alla ricostruzione degli equilibri ecosistemici anche nelle città.
Alberi, aree green e foreste possono dare un contributo strategico per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire alla fitodepurazione e alla ricarica naturale delle falde acquifere».
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Cura, non solo manutenzione
Il fatto che si cominci a parlare di cura e non solo di manutenzione è indice di un approccio cambiato: non più solo tutela ma anche riqualificazione, dove l’integrazione tra verde e blu – ovvero tra vegetazione e acqua – crea delle reti ecologiche preziose per l’uomo, per il mantenimento della biodiversità, per la creazione di habitat per gli animali.
Tutti i relatori del Libro Bianco del Verde si sono trovati d’accordo sull’importanza della progettazione del verde.
Il cambiamento climatico impone scelte diverse, impensabili fino a pochi decenni fa: le piante devono richiedere meno acqua, è fondamentale scegliere le specie giuste, pensare alle radici, cioè a quello che non vediamo.
Anche il verde urbano ha un ruolo preciso in una gestione idrica efficiente. Dobbiamo ripensare le città creando più aree verdi: la progettazione e la cura del verde è importante per prevenire incendi, dissesto idrogeologico e contrastare le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, bisogna creare sistemi di drenaggio delle acque nelle aree cementificate.
A tale proposito, è molto interessante il recupero dell’area lungo il Tevere, a Roma. Il Parco Marconi ha trasformato un’area di grave degrado in uno spazio verde di aggregazione sociale e di ricostruzione dell’ecosistema.